Il caso Vannacci e la manovra
Per le destre di lotta e di governo si avvicina il bivio più insidioso. Il gioco di promettere soldi a tutti rispettando i vincoli di bilancio, o di indossare al governo una veste istituzionale senza però dimenticare il vecchio elettorato euroscettico, anti-Nato, post fascista e razzista, non funziona più. Così tra i partiti della maggioranza, e all’interno degli stessi, tutti i nodi vengono al pettine.
L’insostenibile unità delle destre di lotta e di governo. Il caso Vannacci e la manovra. Comincia a svanire il bluff identitario
Partiamo dalla manovra. La coperta delle risorse economiche è decisamente corta e le esigenze del Paese esponenzialmente cresciute: dal lavoro che non c’è, che poi quando c’è è povero, sino ad arrivare ad una sanità che diventa sempre più un affare da ricchi e non un diritto di tutti. Solo per citare alcuni dei tanti capitoli di spesa di una manovra che nella sua formale ed edulcorata definizione si preannuncia “complicata” e che, calata nella realtà, si traduce in un drammatico “meno servizi, meno tutele”.
Certo è che si tratta della prima vera manovra
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