Lidl diffida Essere Animali che diffonde le prove delle ultime indagini che inchiodano lo stabilimento fornitore
A due anni dall’inizio della campagna internazionale #LidlChickenScandal, Lidl Italia ha fatto pervenire a Essere Animali una lettera formale in cui chiede di condividere i dati identificativi degli allevamenti coinvolti nelle ultime immagini diffuse per svolgere controlli propri. Se l’associazione non dovesse rispondere positivamente alla richiesta, Lidl Italia sarebbe pronta a chiedere un risarcimento per i danni che sostiene di aver subito
Immagini che arrivano da allevamenti di maiali di un fornitore a marchio Lidl, petti di pollo venduti con una malattia della carne e indagini su tutta l’industria avicola che riguarderebbero sempre la Lidl. Ma Lidl non ci sta e diffida Essere Animali, sostenendo che i contenuti pubblicati dall’associazione siano “tendenziosi e suggestivi, nonché viziati da dolose e gravissime omissioni”.
In particolare – dopo due anni dall’inizio della campagna internazionale #LidlChickenScandal – Lidl Italia chiede ora in una lettera formale di condividere i dati identificativi degli allevamenti coinvolti nelle ultime indagini per poter svolgere dei controlli propri e accusa Essere Animali di voler nuocere unicamente all’immagine e ai profitti del marchio Lidl e sostiene che agiamo solo
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