Le centrali idroelettriche italiane rischiano di finire in mani straniere. L’appello al governo Meloni: «Settore strategico a rischio, salviamolo»
Nel 2022 il governo Draghi diede il via libera alla liberalizzazione del settore, ma in Europa quasi nessuno ha raccolto le disposizioni di Bruxelles
Imprese, sindacati, associazioni di categoria, consumatori e organizzazioni no-profit. Tutti insieme per chiedere al governo Meloni di salvare l’idroelettrico italiano. L’oggetto del contendere sono le concessioni delle 4.600 centrali distribuite lungo la Penisola, che rischiano di finire nelle mani di aziende straniere, nonostante il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (il Copasir) abbia definito il settore «strategico» per l’Italia. «In un contesto in cui non sussiste, nemmeno a livello europeo, chiarezza sui principi da seguire nell’assegnazione delle concessioni – si legge nell’appello al governo pubblicato su diversi quotidiani cartacei – l’Italia ha avviato procedure concorrenziali
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