I crostacei provano dolore? Nuove ricerche aprono interrogativi etici

Recenti ricerche suggeriscono che i crostacei, come granchi, aragoste e gamberi, potrebbero provare dolore, aprendo un dibattito etico sul loro trattamento. Studi elettrofisiologici hanno rilevato risposte cerebrali a stimoli nocivi, indicando la presenza di recettori specifici per il dolore. Queste scoperte sollevano interrogativi sulle pratiche comuni di abbattimento, spesso dolorose, e spingono a cercare metodi più umani per gestire questi animali.

I crostacei provano dolore? Nuove ricerche aprono interrogativi etici – Scienze Notizie

Un silenzioso grido di dolore potrebbe risuonare nei fondali marini. Nuove evidenze scientifiche suggeriscono che i crostacei decapodi – aragoste, granchi, gamberi e altri – siano in grado di percepire il dolore. Questo apre un dibattito etico sulle modalità con cui questi animali vengono trattati e consumati.

Dolore o istinto? La scienza si interroga

Il dolore negli animali è un tema complesso e spesso controverso. I ricercatori hanno scoperto che i crostacei presentano comportamenti che suggeriscono una risposta nocicettiva, ovvero reazioni a stimoli potenzialmente dannosi. Tuttavia, per confermare che si tratti di dolore e non di semplici riflessi, sono necessarie prove più approfondite, in particolare elettrofisiologiche.

La dottoressa Lynne Sneddon, zoofisiologa presso l’Università di Goteborg, sottolinea l’importanza di queste scoperte: “Ora sappiamo che i crostacei non solo reagiscono agli stimoli dolorosi, ma probabilmente li percepiscono. Questo ci impone di ripensare il modo in cui li trattiamo, anche quando li prepariamo per il consumo alimentare.”

L’esperimento: quando il granchio


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