Mutuo: meglio il tasso fisso o variabile?
La decisione della BCE di giovedì 15 giugno di alzare i tassi d’interesse di un quarto di punto percentuale, portando il tasso sui rifinanziamenti principali al 4%, quello sui depositi al 3,50%, e quello sui prestiti marginali al 4,25%, era già ampiamente scontata dal mercato, ma rimane comunque una cattiva notizia per chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile o intende accendere un nuovo finanziamento ipotecario. La sorpresa più preoccupante è arrivata dalle dichiarazioni da falco della Presidente Christine Lagarde, che ha esplicitamente ammesso come l’istituto di Francoforte sia ancora lontano dall’uscire vincitore nella guerra contro l’inflazione e si ritenga insoddisfatto dei risultati raggiunti finora con le strette monetarie. “Abbiamo terminato il cammino? No, non siamo a destinazione. Abbiamo altra strada da fare? Sì. A meno di cambiamenti radicali nel nostro scenario di base, continueremo ad alzare i tassi alla prossima riunione, non stiamo pensando a una pausa. Non abbiamo nemmeno parlato di una sosta perché abbiamo ancora lavoro da fare”, ha detto Lagarde. Di conseguenza gli analisti, a caldo, già iniziano a prevedere non solo il rialzo, praticamente
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