Il grosso problema degli PFU non ritirati è nel D.M. 182/2019

Gli operatori della raccolta di PFU chiedono al Ministero più controlli sulla filiera e una modifica del Decreto con indicazioni chiare

Il crescente accumulo degli pneumatici fuori uso (PFU) nelle officine e nei centri di installazione è diventato una questione critica, generando disagi lungo tutta la filiera e il rischio in alcuni casi per gli autoriparatori di essere multati per le eccessive quantità di gomme fuori uso stoccate, oltre a problemi di ingombro degli PFU che ostacolano il lavoro degli autoriparatori nelle officine che non hanno ampi spazi a disposizione. Ecco perché quattro dei più importanti consorzi attivi nella raccolta degli PFU si sono mobilitati presso il Ministero dell’Ambiente per chiedere un’azione fattiva. Il problema non è affatto da sottovalutare, come spiega anche Fabio Bertolotti, direttore di Assogomma.

RACCOLTA PFU, I CONSORZI: INTERVENGA IL MINISTERO DELL’AMBIENTE

In un’intervista rilasciata a Pneurama, il magazine internazionale specializzato in pneumatici, Bertolotti espone le principali criticità legate alla gestione degli PFU in Italia. Ecopneus, Ecotyre, Innovando e Cobat Tyre, attraverso l’intermediazione di Assogomma, si sono rivolti al Ministero dell’Ambiente con una serie di proposte per affrontare il problema della raccolta degli pneumatici fuori uso.

La situazione attuale è caratterizzata da un accumulo diffuso di


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