L’Ue impone all’Italia il recupero delle esenzioni Ici alla Chiesa
In questi giorni i privilegi della Chiesa sono sotto scacco da vari punti di vista. Dopo che, negli scorsi giorni, Papa Francesco aveva deciso di far pagare canoni più alti a tutti gli inquilini di case di proprietà dell’Apsa (l’Amministrazione del patrimonio della sede apostolica), negando le condizioni di particolare favore a cui venivano concessi fino ad ora gli affitti degli immobili della Santa Sede, oggi è arrivata la richiesta dalla Commissione Ue di recuperare i benefici di esenzione Ici di cui avevano goduto, tra il 2006 e il 2011, la Chiesa cattolica e altri enti non commerciali sulle proprie proprietà immobiliari.
I privilegi Ici della Chiesa fermati dall’Ue nel 2012
Nel dicembre 2012 la Commissione Europea aveva ritenuto che una precedente esenzione dall’imposta comunale sugli immobili (Ici) per finalità non commerciali fosse incompatibile con le regole comunitarie sugli aiuti di Stato. E il Ministero dell’Economia aveva indicato che l’esenzione Ici comportava una perdita di gettito di circa 100 milioni di euro.
Tuttavia, la Commissione non aveva ordinato all’Italia di recuperare l’aiuto illegale dai beneficiari perché le banche dati
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