Guerra Hamas-Israele, Dina Taddia di WeWorld: «Chiediamo l’apertura dei corridoi umanitari»

È iniziata la fuga di migliaia di civili dal nord di Gaza verso sud, con ogni mezzo possibile per chi lo possiede, dagli asini alle auto. «Ma queste persone non hanno un luogo in cui andare»

È iniziata la fuga di migliaia di persone dal nord di Gaza verso sud. Con ogni mezzo possibile: a piedi, a cavallo di asini, in macchina per chi la possiede. Nelle stesse ore, dopo l’ordine di evacuazione entro 24 ore imposto da Israele (ospedale compreso), l’esercito ha iniziato il suo ingresso nella Striscia. «Ma i civili che vivono nella Striscia di Gaza non hanno un luogo in cui andare. Quando conosci le persone che sono direttamente coinvolte in una catastrofe come questa è difficile restare lucidi», commenta Dina Taddia, consigliera delegata di WeWorld, organizzazione umanitaria presente a Gaza da trent’anni e che si occupa in particolare di accesso all’acqua, educazione, risposta alle emergenze. Al momento dieci operatori locali sono rimasti bloccati a Gaza con le loro famiglie. «Ma non li sentiamo da diverse ore. L’ultima volta gli avevamo detto di rifugiarsi nel nostro ufficio perché pensavamo fosse in una zona più sicura ma è stato in parte colpito. I nostri


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