Da Bari a Urbino, sempre più rettori si aumentano lo stipendio. I sindacati insorgono ma un decreto (firmato Draghi) li tutela
Non è il primo e, di certo, non sarà l’ultimo. Il rettore dell’università di Bari, Stefano Bronzini, ha annunciato di volersi aumentare lo stipendio. Dopo il via libera del Consiglio di amministrazione, ha formalmente chiesto al Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) un incremento del 128% per portare il suo compenso lordo annuo da 71mila a 160mila euro, con anche effetto retroattivo per il 2022. Una mossa che segue quella del collega del Politecnico di Bari, il quale lo scorso dicembre aveva chiesto al Mef un aumento del quadruplo del proprio compenso, suscitando polemiche feroci. Anche il rettore dell’Università di Lecce aveva tentato una simile richiesta, ma poi ha scelto di rinunciarvi a seguito del parere sfavorevole del Senato accademico.
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