Giornata della terra 2024

La giornata della terra vista con le misure di questo capolavoro.

17 km al secondo!
Da Viterbo a Roma in 5 secondi, altro che parcheggio di Orte, trenino, metro…

Questa è la velocità a cui viaggia il Voyager 1 da 46 anni, 7 mesi e 16 giorni.
È l’oggetto più lontano dalla terra costruito dall’uomo.
Una sonda di metallo.

E’ partita quando io avevo 11 anni e, a questa velocità, ha percorso 24 miliardi e mezzo di chilometri, si trova adesso a 163 volte la distanza che c’è fra Terra e Sole.
46 anni a 17 km al secondo, sono oltre 17 mila giorni.
E pensare che in tutto questo tempo, in questo spazio, la sonda non ha incontrato NIENTE!
Il nulla, null’altro che buio, freddo e ghiaccio.

La Terra, guardando queste misure, è veramente una gran botta di culo!

In 46 anni abbiamo studiato, amato, viaggiato, abbiamo visto nascere e morire, vincere e perdere, distruggere e ricostruire. Abbiamo persino capito che il nostro vicino di casa è un razzista analfabeta, che quelli a cui affidiamo i nostri figli sono dei ladri di speranza e non abbiamo mai capito che la Terra dovrebbe esser amata, coccolata vezzeggiata.

Non l’abbiamo mai considerata per quel capolavoro che è.

Per fare un paragone comprensibile anche ai picchiatelli negazionisti, dovrebbe esser trattata come i loro SUV! Ecco, spazzolata, lucidata, mantenuta. Invece, grazie all’idiozia, all’ignoranza, al profitto, stiamo letteralmente rendendo questa “botta di culo” un posto invivibile anche per il vicino di casa picchiatello.
Pensate, conta più discutere di opinioni che di fatti, conta più il potere di pochi cialtroni che la sopravvivenza di centinaia di specie.

Oggi si celebra la giornata mondiale della terra.

Dovremmo parlarne, condividere, abbracciarla.
E invece ricordarla oggi, quando la dimentichiamo ogni giorno è effettivamente da terrestri.
Terrestri, l’equivalente d’essere dei cialtroni.

Ho scelto una foto che ricorda i colori di quella che io chiamo “una botta di culo”. Sono le uova di una rana di vetro di Wiley, (Nymphargus wileyi), pendono sulla punta di una foglia nella foresta nebbiosa andina tropicale, vicino alla stazione biologica di Yanayacu, a Napo, in cuador.

Fate gli auguri a questo capolavoro. Perché a forza di slogan rischiamo non sia più casa nostra.

#EarthDay2024 #giornatadellaterra
Photo credit: Jaime Culebras

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