Gli eroi del disastro di Mestre, i due operai africani fra le fiamme per salvare le persone intrappolate nelle lamiere

L’incidente del pullman precipitato ieri sera dal cavalcavia ha causato 21 vittime e 15 feriti, di cui 5 gravi. I testimoni: «Un boato, urla disperate, poi il silenzio»

Una forte frenata, urla disperate, poi il silenzio. I testimoni che hanno assistito all’incidente del pullman, precipitato ieri sera dal cavalcavia a Mestre – causando 21 vittime e 15 feriti, di cui 5 gravi – hanno riferito di avere sentito un rumore fortissimo, un boato, lo spaventoso rumore dell’impatto.

«Mi sono allarmato e affacciandomi ho visto il fumo e sentito persone urlare aiuto», ha riferito a LaPresse un testimone, Leonardo, che al momento dello schianto del pullman si trovava in un locale e si è precipitato fuori per capire che cosa fosse accaduto. «Mentre stavo raggiungendo l’autobus, le urla si sono trasformate in un silenzio tombale raccapricciante, che mi ha bloccato il sangue. Volevo aiutare ma sono stato bloccato da un mio amico e da una poliziotta, perché l’autobus era ancora in fiamme e a rischio di esplosione. Sono poi rimasto lì fino all’arrivo dei soccorsi, che sono arrivati dopo una ventina di minuti».

Anche Godstime Erheneden e l’amico Boubakar Toure, due operai


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