Terrore in Iran, pugno di ferro delle autorità: “Impiccheremo presto i condannati per le proteste”

Iran, in atto una spirale repressiva senza fine. Che l’annuncio dell’abolizione dell’istituto della polizia morale avesse un reale fondamento attivisti e studenti scesi in piazza a costo della vita in queste ultime settimane fosse una feke news circola dal primo istante della sua diffusione. Ma ora, la dichiarazione del capo della Giustizia iraniana, Gholam-Hossein Mohseni-Eje’i, […] L'articolo Terrore in Iran, pugno di ferro delle autorità: “Impiccheremo presto i condannati per le proteste” sembra essere il primo su Secolo d'Italia.

Iran, in atto una spirale repressiva senza fine. Che l’annuncio dell’abolizione dell’istituto della polizia morale avesse un reale fondamento attivisti e studenti scesi in piazza a costo della vita in queste ultime settimane fosse una feke news circola dal primo istante della sua diffusione. Ma ora, la dichiarazione del capo della Giustizia iraniana, Gholam-Hossein Mohseni-Eje’i, che ha comunicato urbi et orbi che a breve sarà dato seguito alle sentenze, arriva a screditarne fondatezza ed esiti. Impiccheremo tutti, hanno fatto sapere le autorità iraniane, compresi i dimostranti condannati per avere «condotto guerra contro Dio». Un reato punibile con la pena di morte. E un annuncio che conferma e avvalora la diffidenza di tutti. Cittadini iraniani e organizzazioni per i diritti umani in testa. Ma facciamo un passo indietro.

Iran, altro che abolizione della Polizia morale

Giusto ieri, il procuratore generale iraniano, Mohamad Jafar Montazeri, ha annunciato lo scioglimento della Polizia della morale, implicata nella morte sotto custodia di Mahsa Amini il 16 settembre scorso. Evento che, come è noto, è stato all’origine dell’ondata di proteste nel Paese. Una mobilitazione possente, riecheggiata in tutto il mondo. Un annuncio che il suo divulgatore ha affidato a poche battute: «La Polizia della morale è stata smantellata dalle stesse persone che l’hanno istituita», si è limitato infatti a dichiarare il procuratore durante una riunione nella città di Qom. Prima di assicurare che tale organismo, incaricato di verificare il rispetto dei valori tradizionali islamici, «non ha nulla a che vedere con la Giustizia iraniana», ufficialmente incaricata di questa funzione.

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Eppure, una dichiarazione d’intenti, data come cosa fatta, a cui gli studenti e tutti gli attivisti scesi in piazza a Teheraan in queste


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