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Cambiare abitudini per salvare il pianeta: come funziona l’app italiana sostenuta dall’Onu e da Leonardo DiCaprio

Alessandro Armillotta Alessandro LAncvieri MArco Armellino

AWorld cresce e si prepara al round europeo. Anche grazie al riconoscimento che arriva dall'Onu, che ha selezionato l’app come piattaforma ufficiale a supporto della campagna ActNow contro il cambiamento climatico. AWorld guida gli utenti a migliorare le proprie abitudini per diventare parte attiva nella sfida globale verso un mondo più sano e sostenibile. La piattaforma è un innovativo strumento di stakeholder engagment utilizzato da organizzazioni italiane e internazionali, tra cui Tim, Vans, Mediolanum, McCann, Davines, Cognizant, Dentsu, Iren, Regione Puglia e molti altri. ActNow è la campagna globale delle Nazioni Unite contro il cambiamento climatico.
L’iniziativa è una parte cruciale dello sforzo coordinato intrapreso dalle Nazioni Unite per aumentare la consapevolezza e l'azione per contrastare il cambiamento climatico e accelerare l'attuazione dell'Accordo di Parigi. AWorld sarà il veicolo principale della campagna sui social media per stimolare il cambiamento nei comportamenti delle persone, suggerendo azioni sostenibili e quantificandone l’impatto.
Dieci milioni di azioni per il pianeta
“AWorld si conferma la piattaforma di riferimento per l’engagement, l’educazione e la misurazione di impatto dell’individuo sui temi della sostenibilità e della decarbonizzazione", conferma il ceo, Alessandro Armillotta. "Oltre 40 corporate internazionali ci hanno dato fiducia nel primo anno di attività e insieme abbiamo generato dieci milioni di azioni positive per il pianeta, che hanno contribuito a ridurre il footprint del quasi mezzo milione di utenti attivi”.
Le ambizioni della piattaforma sono praticabii anche grazie all’importante consenso di partner e investitori, che hanno segnato la raccolta di un bridge round di due milioni di euro in preparazione di un più cospicuo round su scala europea. Si tratta di un notevole traguardo per la startup italiana, nata tre anni fa dall’idea di Alessandro Armillotta, Marco Armellino e Alessandro Lancieri.
Chi investe in AWorld
“L’aspetto esg guida sempre di più le scelte di molte aziende e persone e la misurabilità di questo impatto diventa fondamentale per comprendere la portata delle nostre azioni", commenta Stefano Molino, responsabile fondo acceleratori di Cdp Venture Capital. "AWorld è riuscita a semplificare questo passaggio, offrendo uno strumento accessibile e concreto a utenti e aziende di primario livello e raccogliendo nel tempo un network di investitori che hanno creduto nel suo potenziale di crescita”.
Il successo della piattaforma ha spinto Telefónica, secondo operatore di telefonia europeo, ad investire per la prima volta in una startup italiana. Un segnale forte anche per l’intero ecosistema del nostro Paese. “Siamo onorati di aver ricevuto fiducia da investitori di questo calibro", aggiunge Armellino. "Le nuove risorse finanziarie ci permetteranno di accelerare il percorso di crescita e sviluppo, far crescere il team, introdurre novità tecnologiche, consolidarci come punto di riferimento in Italia ed espanderci su nuovi mercati”.
Le collaborazioni con istituzioni come Nazioni Unite, Commission Europea, Università della Florida, il Politecnico di Torino, le iniziative con Elisa e Lega Calcio Serie A, l’endorsement di artisti e attivisti come Leonardo DiCaprio ed Edward Norton hanno permesso alla startup di crescere sia in Italia che all’estero, sviluppando metà del proprio giro d’affari sul mercato internazionale.
La cultura della sensibilizzazione
Alessandro Brighenti e Silvia Pugi, Champion Iag (Italian Angels For Growth) commentano questo investimento: “AWorld offre alle aziende una soluzione plug and play che rende tangibile il loro contributo sui temi della sostenibilità esg. Siamo convinti che l’approccio innovativo e sinergico di AWorld alla sensibilizzazione di tutti sulle azioni a tutela dell’ambiente abbia un valore concreto anche in termini di ritorno sull’investimento”.
Flavio Gamba, responsabile tesoreria di Banca Patrimoni Sella & C., ha detto: "Aderire ai principi esg vuol dire innanzitutto sposare una cultura della sensibilizzazione, dell'educazione e dell'informazione circa temi delicati e complessi legati alla sostenibilità. La nostra scelta di investire in AWorld è coerente con questa necessità, nella convinzione che incrementare la consapevolezza individuale delle persone sia la premessa fondamentale per comportamenti virtuosi, che producono anche un valore aggiunto in termini di impatto economico, oltre che sulla qualità della vita di tutti".
Misurare l'impatto
Anche Michele Novelli, chief investment & strategy officer, Digital Magics, conferma un impegno storico: "Abbiamo investito in AWorld quando era poco più che un’idea. Siamo stati colpiti dalla capacità dei fondatori di creare un grande prodotto e nel contempo di coinvolgere tantissime aziende nel progetto. Oggi, tutti parlano di sostenibilità, ma pochi hanno sviluppato soluzioni realmente utili. AWorld, invece, ha costruito un prodotto che aiuta a comprendere il nostro impatto quotidiano, a misurarlo e a migliorarci".
E infine il commento di Carla Patrizia Ferrari, ad di Equiter: “Questo investimento – il quinto fatto da Equiter attraverso il veicolo Rif-T – si colloca nell’ambito delle attività di sensibilizzazione sui temi esg, uno degli assi trasversali del nostro piano industriale, in cui il tema centrale dell’innovazione si affianca a obiettivi di impatto concreto sul territorio. In questo contesto, l’investimento in AWorld vuole certificare non soltanto la condivisione della mission aziendale, ma anche l’apprezzamento per la concretezza del team e la visione internazionale del progetto".
L’articolo Cambiare abitudini per salvare il pianeta: come funziona l’app italiana sostenuta dall’Onu e da Leonardo DiCaprio è tratto da Forbes Italia.

Perché l’8 dicembre tutti i cellulari in Germania squilleranno contemporaneamente (ed è più importante di quanto credi)

smartphones

8 dicembre, ore 11.00. Questo è il momento esatto in cui in Germania un avviso sarà mandato a tutti i cellulari. Smartphone o meno che siano, i telefoni riceveranno un unico messaggio. Si tratta di una iniziativa di broadcast promossa dal Bundesamt für Bevölkerungsschutz und Katastrophenhilfe (BBK), il dipartimento federale tedesco per la protezione della...

Nessun leader presente alla COP27 toccherà uno dei più grandi produttori di metano: gli allevamenti di carne e latticini

mucche allevamento intensivo

Le cose sono chiare e sotto gli occhi di tutti, le evidenze scientifiche ci sono eccome: se esistono due azioni necessarie per prevenire un catastrofico collasso climatico quelle sono non toccare più i combustibili fossili e frenare gli allevamenti degli animali. Ma, grazie alla potenza delle due industrie, entrambi gli obiettivi sono ufficialmente irraggiungibili. Possibile?...

Cosa dice Climate Trace, il progetto di Al Gore che individua i più grandi inquinatori del mondo

al gore cop27

Da decenni gli scienziati misurano l’aumento della concentrazione dei gas serra (in primo luogo anidride carbonica e metano) nell’atmosfera. Questo permette di conoscere la quantità media dell’emissione annuale dei gas serra, che nel 2021 è stata di 53 miliardi di tonnellate, ma non quali attività - oppure quali nazioni - siano le maggiori responsabili. I governi dispongono di stime basate sulla quantità di combustibili fossili (carbone, metano e petrolio) bruciati, oppure sulle tonnellate di acciaio prodotto, ma non sono in grado di monitorare le emissioni di ogni singola industria, né di una singola attività.
Alla riunione Cop27, la novità più dirompente è arrivata da Al Gore. Il premio Nobel ed ex vicepresidente degli Stati Uniti ha presentato il primo report della coalizione no profit Climate Trace (un acronimo per Tracking real-time atmospheric carbon emission). Utilizzando l’intelligenza artificiale, il rapporto – consultabile online - mette a fattor comune i dati raccolti da 300 satelliti e 11.100 sensori sparsi in mare, sulla terra e nell’aria. Così facendo, ha identificato oltre 70mila sorgenti individuali di gas serra. È una stima indipendente da quello che dichiarano i governi e Climate Trace sostiene che i suoi risultati siano più accurati, perché valutati a livello locale.
Come funziona Climate Trace
Non che il compito sia sempre facile. Spesso le misure non sono dirette e occorre utilizzare dei proxy. Per le acciaierie, per esempio, vengono utilizzate le informazioni satellitari relative al calore liberato dalle fornaci per stimare l’acciaio prodotto. Mentre per le centrali che producono elettricità bruciando combustibili fossili si sfruttano le misure satellitari del vapore emesso dalle ciminiere.   
 

Visitando il sito Cliamatetrace.org è possibile vedere su un planisfero chi inquina e a quanto ammontano le emissioni. Il grafica rappresenta la quantità di CO2 equivalente: una scelta semplificatrice, che implica trasformare in CO2 gli altri gas. A cominciare dal metano, che nel breve termine è un gas serra 80 volte più efficace dell'anidride carbonica. 

I diversi colori indicano diverse sorgenti di gas serra. Climatetrace ne distingue una dozzina. In questa versione si distinguono il nero industria petrolifera, il grigio dei cementifici, il giallastro delle attività agricole (https://climatetrace.org/map)
Cosa dice Climate Trace, il progetto di Al Gore che individua i più grandi inquinatori del mondo 5

Il petrolio davanti a tutti
Forse per questo, nella classifica degli inquinatori, le prime posizioni sono tutte appannaggio dell’industria estrattiva oil and gas. I combustibili fossili, che bruciando producono CO2, iniziano a liberare gas serra quando vengono estratti, perché i giacimenti di petrolio contengono sempre bolle di metano, rilasciato (spesso bruciato) durante l’estrazione. Il metano liberato e la procedura del flaming - fiamme che bruciano in modo continuo, alimentate dal gas - regalano agli oil field la palma delle attività che producono la maggiore quantità di gas serra.
In effetti la produzione di gas serra dell’estrazione del petrolio è un esempio significativo dell’utilità di Climate Trace, visto che le quantità riportate sul sito sono il triplo di quelle dichiarate alle Nazioni Unite dalle varie compagnie. Non è escluso che, forse pensando a una probabile carbon tax, queste dichiarino la minore quantità possibile. 
L’estrazione è tuttavia il primo passo. Il prodotto crudo deve essere trasportato (quasi sempre via nave) fino ai luoghi dove viene raffinato e quindi utilizzato, non senza avere fatto altra strada nel processo di distribuzione. Quello delle raffinerie è un altro dei settori ad alta produzione di gas serra. Importanti contributi arrivano anche dai cementifici e dalle acciaierie. Ma sulla mappa di Climate Trace ci sono anche i produttori naturali di metano, come le discariche e le grandi coltivazioni di riso.
I più grandi inquinatori d'Italia
Volendo toccare con mano i diversi emettitori monitorati da Climate Trace, sarebbe consigliabile un click sull’Italia. 

Accanto alle raffinerie, alle poche acciaierie e ai tanti cementifici indicati con cerchi blu scuro, è possibile scorgere, in rosso scuro, il contributo dei trasporti, con gli aeroporti e le aree delle grandi città, per finire con il grigio delle discariche e il giallastro delle coltivazioni di riso nelle province di Novara, Vercelli e Pavia. La grandezza dei cerchietti è proporzionale all’emissione: la discarica di Malagrotta, vicino a Roma, produce una quantità di CO2 equivalente pari a circa due terzi dell’aeroporto di Fiumicino. 
Quantificare chi, dove e quanto è particolarmente importante quando si inizia a discutere dello spinoso problema delle compensazioni, quelle che i Paesi ricchi (produttori di grandi quantità di gas serra) dovrebbero fornire ai più poveri, colpiti in modo più drammatico dal riscaldamento globale pur avendo contribuito molto poco alle emissioni. È il capitolo del loss and damage, un principio sul quale i Paesi economicamente più solidi dicono di essere d’accordo, ma senza volersi impegnare, per la paura di firmare un assegno in bianco. 
È però evidente che, se si parla di ridurre i gas serra entro una certa data, occorre essere consapevoli di quale sia il livello di partenza. E dal momento che vale la regola you can manage only what you can measure (‘puoi gestire solo ciò che puoi misurare’), disporre di misure precise è fondamentale. 
L’articolo Cosa dice Climate Trace, il progetto di Al Gore che individua i più grandi inquinatori del mondo è tratto da Forbes Italia.

Abbattuti 5 aceri al Quartiere Dora. “Erano pericolosi”

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Le piante, nella parte terminale di piazza Battaglione Cervino che si affaccia su via Berthet, spiega il Comune di Aosta, erano "ormai in classe D (l’ultima) nella scala di propensione al cedimento, e quindi a elevata pericolosità per l’incolumità pubblica".
L'articolo Abbattuti 5 aceri al Quartiere Dora. “Erano pericolosi” proviene da Aostasera.

Sarà obbligatorio seguire un corso sulla crisi climatica all’Università di Barcellona per tutti gli studenti, i docenti e lo staff dell’ateneo

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Mentre in Italia le questioni ambientali vengono ancora prese fin troppo alla leggera, l’Università di Barcellona ha appena deciso di introdurre un corso obbligatorio riguardante la tutela del Pianeta per l’anno accademico 2024-2025. E non si tratta di una materia prevista esclusivamente sul piano di studi degli studenti. Saranno obbligati a partecipare alle lezioni di...

Coca-Cola (sponsor COP27), Pepsi e Nestlé sono i peggiori inquinatori di plastica (per 5 anni consecutivi)

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La plastica monouso dei marchi Coca-Cola, Pepsi e Nestlé è la più frequente tra i rifiuti in plastica dispersi in natura che è stato possibile raccogliere e catalogare negli ultimi cinque anni. Il chiaro segnale che gli impegni volontari sulla plastica presi da queste multinazionali siano del tutto inefficaci. The Coca-Cola Company, PepsiCo e Nestlé...

In Italia è a rischio il completamento della Carta geologica: non sapremo dove ci sono i pericoli idrogeologici più grandi

dissesto idrogeologico

Serve a conoscere il suolo e il sottosuolo e a prevenire e a contenere i disastri, eppure la Carta Geologica d’Italia (CARG) non verrà completata perché non avrà più fondi. È l’allarme lanciato dall’ISPRA, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, che annuncia laconico: con le risorse destinate all’annualità 2022 si esaurirà il...