Il Regno Unito dopo Liz Truss, tra ortodossia economica e nuovi paradigmi

Le dimissioni della premier britannica Liz Truss dopo appena 45 giorni dall’inizio del mandato – il più breve di sempre nella storia del Regno Unito – hanno sancito la riaffermazione del controllo dei Bond Vigilantes, ossia dei grandi gestori obbligazionari, sull’agenda politica britannica. Le pressioni finanziarie legate al forte innalzamento dei titoli di stato britannici […]

Le dimissioni della premier britannica Liz Truss dopo appena 45 giorni dall’inizio del mandato – il più breve di sempre nella storia del Regno Unito – hanno sancito la riaffermazione del controllo dei Bond Vigilantes, ossia dei grandi gestori obbligazionari, sull’agenda politica britannica.

Le pressioni finanziarie legate al forte innalzamento dei titoli di stato britannici accompagnati al crollo della sterlina erano arrivate al punto da rendere non più sostenibile la permanenza di Truss a Downing Street.

Secondo la narrativa, a innescare la crisi sarebbe stata la presentazione da parte del governo di un piano fortemente espansivo a livello fiscale che per essere finanziato avrebbe necessitato di un imprevisto aumento di emissioni obbligazionarie e dunque dei tassi di interesse chiesti dal governo britannico al mercato con effetti destabilizzanti sui fondi pensione Uk. Un’interpretazione un po’ semplicistica.

Se infatti si analizza con precisione l’andamento dei Gilt (mercato bond) nel corso della crisi finanziaria che ha investito il Regno Unito si noterà come il balzo dei tassi di interesse del titolo a 30 anni al 5% sia giunto prima l’annuncio del piano fiscale da parte del governo e dopo la decisione della Bank of England di alzare i tassi di interesse di 50 punti base (anziché 75 come previsto) e soprattutto dopo la conferma del Quantitative Tightening (Qt) ossia del piano di ritiro della liquidità.

Il tentativo del Regno Unito dunque di rompere il paradigma finanziario vigente negli ultimi 40 anni contraddistinto dal mix politica monetaria espansiva+austerity fiscale (Davos Consensus) non è dunque andato a buon fine. E dire che la Storia ha dimostrato come proprio Londra così come Tokyo negli anni 30 del secolo scorso erano riuscite a uscire con maggiore velocità dalla Depressione


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