Il caso Cospito e la prevenzione per i reati politici. L’opinione di Monti

Nel saggio Assassins against the Old Order Nunzio Pernicone e Fraser Ottanelli ricostruiscono la storia della violenza politica anarchica, socialista e repubblicana a partire dal primo (tentato) regicidio in Europa: quello commesso nel 1878 da Giovanni Passannante a danno del re Umberto I di Savoia. La vicenda di Passannante è alquanto paradigmatica del rapporto fra […]

Nel saggio Assassins against the Old Order Nunzio Pernicone e Fraser Ottanelli ricostruiscono la storia della violenza politica anarchica, socialista e repubblicana a partire dal primo (tentato) regicidio in Europa: quello commesso nel 1878 da Giovanni Passannante a danno del re Umberto I di Savoia.

La vicenda di Passannante è alquanto paradigmatica del rapporto fra potere istituzionale e forze eversive perché, comparandola a quella di Alfredo Cospito, dimostra che la dinamica “azione-reazione” è sostanzialmente costante nel tempo.

Prima dell’attentato italiano, osservano Pernicone e Fraser, il moltiplicarsi di azioni eversive in Russia, Germania e Spagna pur non collegate, in Italia, all’Internazionale o al fronte antimonarchico spinsero le autorità nazionali a invocare uno “stato di pericolo” che giustificò l’adozione di misure preventive a tutela della famiglia reale. Ciononostante, l’attentatore riuscì a superare le misure di sicurezza e, pur fallendo, a colpire il re.

Più dell’atto in sé, ai fini di questa analisi, è interessante il seguito. Arrestato immediatamente, Passannante venne processato di lì a poco. La sua difesa, continuano Pernicone e Fraser, sostenne la tesi del “povero ignorante”, radicalizzato da idee


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