I bacini idrici anti siccità che non piacciono ad agricoltori e ambientalisti

Il governo Meloni pensa di finanziare nuovi invasi. Mentre in Francia un fronte composto da ecologisti e piccoli produttori...

Costruire nuovi bacini idrici è una soluzione adeguata e sostenibile per far fronte alla siccità sempre più critica che affligge l’Europa? La questione comincia a farsi strada in Italia, dopo che il neo ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha annunciato l’intenzione di finanziare nuovi impianti di questo tipo. Nel frattempo, potrebbe essere utile guardare a quello che sta succedendo in Francia, dove il governo ha già avanzato un piano in tal senso, suscitando le proteste di un fronte variegato di ambientalisti e piccoli agricoltori: “No a un altro bacino” è il nome e lo slogan di questo collettivo. Una battaglia che forse potremmo vedere presto anche dalle nostre parti. Ma chi ha ragione? I governi che vogliono nuovi invasi, o coloro che li ritengono il simbolo di un’agricoltura insostenibile? Vediamo cosa ci insegna il caso francese?

Impianti giganti

Nell’Esagono la polemica è esplosa a seguito delle manifestazioni organizzate a Sainte-Soline, nella regione occidentale di Deux-Sèvres, dove a fine ottobre ci sono stati anche scontri con le forze dell’ordine. Come ricostruisce il quotidiano Le Monde, il numero esatto dei bacini in Francia resta sconosciuto per varie ragioni.


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