Dalla polvere agli integratori, ti svelo il lato oscuro delle bacche di açaí

Non solo perdita di biodiversità nelle zone dell’Amazzonia in cui si coltiva, ma anche sfruttamento del lavoro minorile: non va proprio bene con le bacche di açaí, coltivate da migliaia di anni nell’America tropicale centro-meridionale come pianta alimentare multiuso, ma ora al centro di una (silente) bufera. Perché? La recente introduzione del frutto di açaí...

Il frutto di açaí è da sempre importante per l’economia regionale, tanto che è stato a lungo considerato una benedizione per quella stessa economia, un vero “superfrutto” che sia una fonte di cibo e una fonte di reddito senza rivali. Poi il disastro: la deforestazione senza precedenti e lo sfruttamento dei bambini per produrne sempre di più

Non solo perdita di biodiversità nelle zone dell’Amazzonia in cui si coltiva, ma anche sfruttamento del lavoro minorile: non va proprio bene con le bacche di açaí, coltivate da migliaia di anni nell’America tropicale centro-meridionale come pianta alimentare multiuso, ma ora al centro di una (silente) bufera.

Perché? La recente introduzione del frutto di açaí e la conoscenza delle sue qualità nutrizionali e curative in regioni al di fuori di quella di origine ha rapidamente ampliato la sua domanda globale. Bacche da mangiare e poi polveri, succhi e integratori, tutto ormai arriva anche sulle nostre tavole. Ma quello che non tutti sanno è che ciò ha di fatto comportato moltissimi problemi legati alla deforestazione da un lato e alla


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