Coltivare le alghe sotto i parchi eolici offshore, il progetto olandese per produrre contemporaneamente energia e cibo cruelty free
Questi grandi spazi, interdetti alla navigazione e alla balneazione, potrebbero trasformarsi grazie alla coltivazione delle alghe
La necessità di trovare fonti energetiche alternative al gas e al petrolio è al centro del dibattito pubblico per due ragioni: da una parte si cercano nuovi modi per produrre energia e far fronte alla crisi che sta mettendo in ginocchio l’Europa; dall’altra, le fonti fossili sono ormai incompatibili con gli obiettivi di neutralità carbonica che i diversi Paesi si sono impegnati a raggiungere.
Malgrado queste due spinte importanti, però, le energie rinnovabili stentano a decollare. Si stima infatti che, attualmente, appena il 20% dell’elettricità mondiale provenga da fonti rinnovabili: al primo posto fra le energie “alternative” vi è quella idroelettrica, seguita da quella solare e da quella eolica – quest’ultima in forte ascesa rispetto ai decenni precedenti.
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L’energia eolica presenta tuttavia uno svantaggio da non sottovalutare: occupa molto spazio per essere prodotta. L’installazione di turbine eoliche richiede ampi spazi vuoti, o deve essere fatta in mare aperto, dove c’è maggiore vento – a rischio di danneggiare ecosistemi fragili e di deturpare bellezze paesaggistiche.
Inoltre, le pale eoliche impediscono una qualsiasi altra destinazione d’uso ai luoghi che le ospitano. Per esempio, nelle acque marine che ospitano parchi eolici non è possibile pescare, navigare né tantomeno autorizzare attività di balneazione per i turisti. Si tratta dunque di ….
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