Categoria Economia Finanza

XIX Premio Areté: sul palco i maestri della comunicazione responsabile

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Dal vincitore assoluto Gabriele Salvatores con Rai Cinema ai ‘maestri 2022’ a Federico Sella e la finanza sostenibile di Banca Patrimoni Sella; da Renzo Rosso e Arianna Alessi di OTB Foundation a Camilla Lunelli delle ormai mitiche Bollicine Ferrari, Suor Rosalina è la straordinaria Comunità Shalom al tour green della cantante Elisa; dal direttore delle Gallerie degli Uffizi in vetta alle classifiche dei musei del mondo alla ‘squadra’ sostenibile di Torino Social Impact; dai giovani anti bullismo di MaBasta al Robot Avatar di Brain Control. E poi ancora gli ‘altri’ vincitori dei premi di categoria: IntesaSanPaolo, Lavazza, Terna, Mibact, Rai Sapiens, Emergency, Con i bambini, Rai Tre. Infine i nuovi partner di Champions for Change e 000, Intelligence of Things. I maestri della responsabilità sul palco del XIX Premio Areté Sul palco del XIX Premio Areté, presso il Salone della CSR e dell’Innovazione Sociale all’Università Bocconi di Milano, sfilano i maestri della responsabilità, i premi speciali, il riconoscimento della giuria della stampa, quelli di categoria e l’assoluto. Una carrellata di personaggi straordinari in tutti i campi del vivere economico, sociale e culturale che hanno in comune i valori della responsabilità sociale d’impresa e della sostenibilità nella comunicazione e nel business. A fare gli onori di casa Enzo Argante, Presidente Areté e il presidente della giuria Luciano Floridi, filosofo e docente della Oxford University e dell’Alma Mater di Bologna. Il presidente della giuria della Stampa è Alessandro Rossi, direttore di Forbes Italia. Per la prima volta nella storia del premio si affianca il gruppo La Finanza Amica di Areté con alcune delle società finanziarie che stanno contribuendo sensibilmente ai processi di sostenibilità nelle imprese: accompagnati da Enrico Carnevali, ad di Boutique Italia, saliranno sul palco per premiare i vincitori. Protagonisti dell’evento le aziende pubbliche e private, non profit, fondazioni, media, istituzioni che si sono distinti nel proprio ambito per l’efficacia della comunicazione responsabile, presentando questi esempi virtuosi alla business community e all’opinione pubblica in generale. In primo piano i Maestri della Responsabilità 2022 che con la propria attività e immagine contribuiscono alla diffusione della cultura responsabile: Federico Sella, ad e direttore generale di Banca Patrimoni Sella & C., da sempre impegnata nel compiere scelte responsabili capaci di generare valore per la comunità.
Il professor Luciano Floridi
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E ancora Renzo Rosso e Arianna Alessi della Otb Foundation, con centinaia di progetti di sviluppo sociale in tutto il mondo; Camilla Lunelli e le Bollicine Ferrari, grande nome dell’enologia mondiale e convinta sostenitrice della carbon neutrality; Suor Rosalina con le sue emozionanti comunità giovanili; la cantante Elisa (con l’imprenditore Andrea Rapaccini) per il tour Back to the Future. In conclusione, nel dopo evento organizzato a Fondazione Stelline, la lectio magistralis del professor Luciano Floridi con il gruppo de La Finanza Amica di Areté. Di seguito le motivazioni e l’elenco dei premiati della XIX edizione maestri della responsabilità 2022 Federico Sella Ad e direttore generale Banca Patrimoni Sella & C. “Credo che siamo tutti sfidati, dal contesto e dalla storia, a dare profondità al concetto di sostenibile, a renderlo reale e concreto, specie nel momento in cui è inevitabile ripensare il nostro sistema di vita”.
Federico Sella
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Suor Rosalina Comunità Shalom Giovani, fragili, sperduti. Il ‘miracolo’ della Comunità Shalom. Renzo Rosso e Arianna Alessi
Renzo Rosso e Arianna Alessi
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OTB Foundation “Una straordinaria impresa che fa onore alla moda italiana nel mondo. Un gruppo industriale che ha tracciato un percorso di sostenibilità a 360 gradi. Intensa e concreta interpretazione della responsabilità con centinaia di progetti di sviluppo in tutto il mondo, grazie all’impegno di OTB Foundation”. Elisa e Andrea Rapaccini Music Innovation Hub La musica e non solo in un entusiasmante e coinvolgente tour a basso impatto ambientale per diffondere il vero Green. Camilla Lunelli Cantine Ferrari Con le sue mitiche bollicine in prima linea il gruppo progetta e realizza iniziative per proteggere la biodiversità e impegnarsi nel sociale. Premi speciali 2022 Premio Formiche Alessandro Tozzo con Giuseppe Antonio Malafarina Avatar Brain Control La tecnologia avanzata, innovativa, visionaria per l’inclusione reale, globale. Premio Siamo Jedi Marco Cazzato MaBasta Una giovane startup , fondata da un giovane per sparlare ai giovani del bullismo. Digital Humanities Eike Schmidt Direttore Galleria degli Uffizi, fra i più prestigiosi musei e adesso anche grazie al digitale, fra i più frequentati al mondo. Partnership 2022 Champions for change Manuela Ronchi Ecco lo Sport Social Responsibility, dai i trionfi azzurri, la sua forza e soprattutto i valori. Intelligence of thing Marco Santarelli Il rapporto fra le persone e le macchine e le nuove dimensioni della parola sicurezza. Premi Areté 2022 Premio giuria stampa Torino Social Impact Per la capacità di aggregazione e inclusione, con oltre duecento attori, istituzioni aziende centri di ricerca, terzo settore, per lavorare insieme a un’ecosistema sostenibile. Impresa Terzo posto: Sanofi Per la costanza nella sensibilizzazione sulle malattie rare e per la vicinanza ai pazienti. Secondo posto: Coop Per essersi impegnata nella campagna contro il Covid anche per le vaccinazioni in Africa. Primo posto: Lavazza Per il forte impegno perseguito nella valorizzazione delle persone e dell’ambiente, divulgato ora anche attraverso l’arte. Comunicazione pubblica Terzo Posto: Unar Per l’importante presidio costruito contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. Secondo posto: Torino Social Impact Per la forza dell’inclusione come collante di un modello di sviluppo condiviso e sostenibile. Primo posto: Mibact L’arte per raccontare le emozioni dei tempi di guerra o di pace che si ripetono nel tempo. Per affermare che l’Italia ripudia la guerra ed esprime piena solidarietà all’Ucraina. Comunicazione sociale Terzo posto: Save The Children. L’importanza di tutelare i bambini per costruire un nuovo modello di futuro Secondo posto: Acra Tratta di esseri umani. Voce alle donne per ricordare un tema radicato anche in Europa. Primo ex aequo Con i bambini Perché la povertà educativa impedisce la consapevolezza di sé e del mondo. Primo ex aequo Emergency Con la storia di una mamma e della figlia l’impegno per i più deboli e contro ogni guerra. Comunicazione finanziaria Terzo: Euronext Sostenibilità della finanza, con il lancio del primo indice Esg blue chip in Italia. Secondo: Etica Sgr Escludendo dagli investimenti dei fondi società e attività che hanno legami con la produzione e il commercio di armi (convenzionali e non convenzionali). Primo: Banca Intesa Sanpaolo Per il generoso contributo di competenze alle comunità educanti. Per superare insieme criticità, disagio verso un percorso educativo efficace. Comunicazione Interna Terzo: Vodafone Per l’impegno profuso nell’avvicinamento delle discipline STEM alle giovani donne. Secondo: Mastercard Con questa iniziativa contribuisce arendere le persone partecipi degli obiettivi Esg. Primo: Terna Per l’intenso e costante coinvolgimento dei dipendenti sui temi sociali e ambientali. Media Terzo: Rai Documentari Per dar forza alle donne con esempi del passato riferimento prezioso per le giovani donne. Secondo: Facta Per l’infaticabile lavoro contro le fake news. Primo: Rai Sapiens Per evidenziare l’implacabilità del cambiamento climatico, delle sue cause e dei suoi effetti, mentre il problema viene ancora da tanti negato. Premio Assoluto: Fuori era primavera di Rai Cinema, regia di Gabriele Salvatores Per la poesia del racconto di un periodo orribile dal punto di vista di migliaia di persone attraverso la collaborazione di istituzioni, associazioni di volontariato, scuole di cinematografia e comunicazione ed enti distribuiti in tutta Italia. Un racconto emozionante che contribuirà a far capire cos’è veramente successo durante la pandemia. L’articolo XIX Premio Areté: sul palco i maestri della comunicazione responsabile è tratto da Forbes Italia.

Elon Musk cambia idea: vuole di nuovo comprare Twitter per 44 miliardi

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Il lungo contenzioso tra il management di Twitter ed Elon Musk sembra volgere al termine: l'uomo più ricco al mondo avrebbe deciso di chiudere l'acquisizione di Twitter al prezzo dell'offerta originale: 44 miliardi di dollari. La notizia ha causato il rialzo del 15% delle azioni della piattaforma social e la sospensione delle contrattazioni. L'offerta era stata presentata il 14 aprile scorso, dopo aver prima acquisito una quota di minoranza del 9,1% nella società e poi aver rifiutato la proposta di un posto nel consiglio di amministrazione. In seguito il miliardario aveva deciso di ritirare la sua offerta, e lo aveva fatto accusando, tramite i suoi avvocati, la stessa Twitter di “aver violato le Sezioni 6.4 e 6.11 dell’Accordo di Fusione”. Il quale, inoltre, “sembra contenere dichiarazioni sostanzialmente inesatte”. In particolare, Musk si riferiva alla quota degli account falsi, che secondo la piattaforma sarebbero meno del 5% del totale, ma che invece, secondo gli analisti del miliardario, sarebbero molti di più. “Twitter ha costantemente dichiarato, nei depositi di titoli, che ‘meno del 5%’ dei suoi mDAU [gli utenti giornalieri] sono account falsi o spam. Sulla base delle informazioni fornite da Twitter fino a oggi, sembra che Twitter stia sottovalutando drasticamente la percentuale di spam e account falsi rappresentati nel suo conteggio mDAU. L’analisi preliminare da parte dei consulenti del signor Musk delle informazioni fornite da Twitter fino a oggi fa sì che il signor Musk creda fermamente che la percentuale di account falsi e spam inclusi nel conteggio mDAU segnalato sia enormemente superiore al 5%”. Questa settimana, Elon Musk avrebbe dovuto sostenere una deposizione per il processo che sarebbe iniziato il 17 ottobre. Piuttosto di affrontare un lungo processo con il rischio di perderlo, Musk sembra aver deciso di  procedere con l'acquisizione. Secondo quanto riportato dalla stampa, il team legale di Musk non si sentiva sicuro delle sue possibilità di avere un esito positivo dal processo. Secondo Forbes, anche con un informatore di Twitter ha affermato che i dirigenti dell'azienda non si sono mostrati disponibili a condividere le informazioni necessarie su questioni di sicurezza e bot. Elon Musk quindi stava combattendo una battaglia in salita. L'idea di una super app L'accordo è stato confermato anche da un tweet di Musk: “L’acquisizione di Twitter è una accelerazione verso la creazione di X, la app per tutto”. Il miliardario poi ha continuato: “Twitter probabilmente accelera la nascita di X da 3 a 5 anni, ma potrei sbagliarmi”. Come modello, Musk ha in mente l’originale “super app”: WeChat, di proprietà della cinese Tencent. Nella prima riunione con i dipendenti di Twitter di giugno, Musk aveva menzionato WeChat, indicando che costruire qualcosa di simile potrebbe quintuplicare la base di utenti di Twitter, portandola a un miliardo di persone. “Non esiste un equivalente di WeChat fuori dalla Cina”, ha detto durante l’incontro. “C’è l’opportunità di crearlo.” Il successo di WeChat già in passato aveva stuzzicato molti magnati della Silicon Valley; Musk è solo l’ultimo in ordine di tempo. I miliardari del tech, guardano da anni con invidia al modello di business espansivo di WeChat – messaggistica, social media, pagamenti – e alla mancanza di dipendenza dalle entrate pubblicitarie. Eppure il progetto di super app a stelle e strisce non ha mai preso ufficialmente piede. L’articolo Elon Musk cambia idea: vuole di nuovo comprare Twitter per 44 miliardi è tratto da Forbes Italia.

Le famiglie imprenditoriali italiane puntano sulle società digital e fintech. Lo studio dell’Osservatorio Polimi

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Sono 214 i family office italiani e si concentrano in Lombardia, in particolare Milano: è quanto emerge dall’aggiornamento del censimento condotto dall’Osservatorio Family Office, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con il Centro di Family Business Management della Libera Università di Bolzano. Lo studio analizza caratteristiche e comportamenti delle famiglie imprenditoriali italiane anche attraverso un questionario distribuito in maniera capillare. La ricerca si basa su un rigoroso censimento della popolazione italiana dei family office, il primo condotto in Italia e costantemente aggiornato, e su un questionario somministrato a tutti i soggetti attivi, oltre a interviste dirette e focus group con diversi stakeholder. Cosa sono i Family Office In Italia queste società che forniscono servizi di gestione del patrimonio a una (single-family) o più (multi-family) famiglie imprenditoriali sono un fenomeno relativamente recente, ma sempre più incisivo: i ritorni sugli investimenti nel 2021 sono stati infatti per la maggior parte al di sopra, o molto al di sopra, delle aspettative. Due terzi dei single family office hanno aumentato dal 2020 al 2021 il peso del private equity (in media pari al 14%) nella propria asset allocation, anche se tutti hanno dichiarato di volerlo fare crescere nei prossimi 5 anni. Ma soprattutto, i single family office puntano sempre più la loro attenzione sull’economia reale: sono 94 i deal condotti dal 2016 ad oggi su imprese attive, di cui 67 con valore noto, per un totale di 532 milioni di euro di investimento, di cui 256 milioni solo nel 2021. Si tratta in particolare di aziende dell’Ict, dai portali alle piattaforme digitali, alle società fintech, fondate per lo più nel decennio 2011-2021 o in quello ancora precedente, con sede prevalentemente in Lombardia (56%) e Veneto (il 13%). Anche le considerazioni di natura ambientale e sociale (ESG) iniziano a essere rilevanti nei processi d’investimento e di asset allocation dei family office, tuttavia manca ancora una svolta decisiva verso l’adozione di metriche di finanza socialmente responsabile (SRI), soprattutto a causa dell’incertezza del momento e di una discontinuità troppo forte con la strategia che la famiglia ha perseguito storicamente. I numeri dei Family Office Il fenomeno dei family office in Italia ha registrato un’evidente accelerazione dal 2000: circa 140 dei 214 attualmente censiti (di cui 7 operanti all’estero) sono stati fondati nell’ultimo ventennio, più di 70 solo dal 2011. La grande maggioranza ha sede legale in Lombardia (59%), in particolare a Milano, seguono Veneto (12%), Piemonte (8%) ed Emilia Romagna (7%). Più della metà (52,8%) è rappresentata da multi-family office professionali, strutture formalmente indipendenti, aperte al mercato, che raggruppano professionisti per servizi di consulenza e gestione del patrimonio a più famiglie. Il restante 47,2%, che ha visto un vero boom dall’anno scorso (oltre 10 punti percentuali in più) in continuità con il trend dell’ultimo decennio, è invece composto da single family office, controllati da una sola famiglia che è anche la destinataria dei servizi. Strategia, struttura e organizzazione dei Family Office Dal sondaggio emerge una fotografia precisa dei family office italiani. Il 39% dei single family office serve una famiglia internazionale e la stragrande maggioranza (78%) ha una direzione di tipo famigliare, con in media sei professionisti a supporto di cui due nella gestione direzionale: nel 61% dei casi l’amministratore delegato (o ruolo equivalente) è un membro della famiglia, ha in media 58,8 anni e ricopre la posizione da quasi 14 anni. Il management del family office coinvolge 2 volte su 3 (65%) solo la generazione più senior, appena nel 33% dei casi l’azionariato è multigenerazionale. Più della metà dei single family office ha già in essere, o sta valutando, accordi formali o informali per la continuità generazionale e la successione, benché un 31% non abbia ancora discusso il tema né voglia farlo del medio-breve periodo. La pianificazione della continuità passa prettamente attraverso l’educazione delle nuove generazioni: il 52% dei family office dichiara di aver già definito, in modo formale o informale, piani e programmi per educare alla proprietà responsabile i propri successori, e il 35% li sta valutando. Un altro tema che tocca tutti i family office è quello della protezione dei dati: gli intervistati dichiarano di aumentare di anno in anno il budget destinato alla cybersicurezza, con una crescita sostanziale stimata attorno al 30%. Quanto ai multi-family office, metà di essi servono meno di 10 famiglie clienti, spesso internazionali (circa la metà dei membri hanno residenza o cittadinanza estera) e sono composti mediamente da 25 professionisti, di cui solo 4 hanno un ruolo all’interno della gestione direzionale. L’amministratore delegato (o ruolo equivalente) ha in media 54,8 anni e ricopre la posizione da circa 12 anni. Le dichiarazioni dei responsabili dello studio “Il rapporto family office 2022 approfondisce diverse tematiche rilevanti per le famiglie imprenditoriali italiane", commenta Josip Kotlar della School of management del Politecnico di Milano, responsabile dello studio insieme ad Alfredo De Massis della Libera Università di Bolzano. "La parola che meglio rappresenta il lavoro svolto in questa seconda edizione dello studio è ‘diversità’: spesso si parla dei family office", continua Kotlar, "come un tipo di organizzazioni omogenee, con molte caratteristiche ricorrenti, invece, grazie all’approccio diretto con il mondo dei professionisti e la raccolta e l’analisi di dati quantitativi e qualitativi, possiamo affermare che non è affatto così". "Questa ricerca", aggiunge Alfredo De Massis, "punta a evidenziare che, seppur con velocità diverse, le famiglie stanno diventando sempre più professionalizzate e consapevoli, una spinta accelerata dal Covid e dall’ingresso delle nuove generazioni nella gestione del capitale. I family office sono ottimamente posizionati per diventare un motore importante nello sviluppo economico e sociale del Paese”. L’articolo Le famiglie imprenditoriali italiane puntano sulle società digital e fintech. Lo studio dell’Osservatorio Polimi è tratto da Forbes Italia.

La società fiorentina che riqualifica le strutture storiche, dando vita a immobili di pregio

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Articolo tratto dal numero di agosto 2022 di Forbes Italia. Abbonati! Ristrutturare e arredare immobili d’epoca è un’arte complessa. Una danza, tra passato e presente, che deve esaltare senza snaturare, proiettare nel presente facendo dialogare epoche e linguaggi diversi. Ma è anche un’arte da maneggiare con cura.
Il fondatore Pasquale Cataldi e Maria Sidelnikova, chief marketing officer.
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Lo sa bene Altus Lifestyle, società internazionale di real estate con sede a Firenze, che si occupa di riqualificare strutture storiche, dando vita a sviluppi immobiliari di grande pregio. Il suo fondatore, nel 2016, è Pasquale Cataldi insieme all’imprenditore italo-messicano Fabio Massimo Covarrubias e all’architetto Michele Morandi: un team a cui si è unita successivamente Maria Sidelnikova nel ruolo di chief marketing officer. Diversamente da altri player del settore, Altus Lifestyle si occupa di tutte le fasi del progetto immobiliare, dall’acquisizione degli edifici fino alla progettazione degli spazi, dalla realizzazione dei lavori all’arredo. Con un obiettivo: esaltare il patrimonio culturale degli immobili, e offrire ambienti freschi e dallo stile contemporaneo, dove innovazione e tecnologia si intrecciano alla storia. Situati tra Firenze, Milano ma anche all’estero, dalla Spagna al Messico, gli immobili Altus Lifestyle restituiscono lo spirito e le atmosfere dei luoghi in cui si trovano: “Ogni progetto ha una storia a sé, e ogni architettura va trattata secondo il suo genius loci: per questo non si può applicare lo stesso l’approccio progettuale a un palazzo storico fiorentino e a una location in Messico. Oltre al restauro, il palazzo storico va tutelato e valorizzato in tutte le sue caratteristiche architettoniche, senza operare in maniera invasiva ma, soprattutto, senza creare una competizione tra antico e contemporaneo”, spiega Morandi. Dopo essere stati restaurati, gli affreschi, gli stucchi e gli elementi architettonici originali vengono messi in risalto attraverso sapienti sistemi di illuminazione che fanno emergere i dettagli, e attraverso arredi che si sposano con il loro carattere. “Alla base c’è sempre il rispetto delle memorie dell’edificio. Quando iniziamo un progetto, la prima cosa è saper leggere l’architettura dell’immobile e saper valorizzare i suoi aspetti più salienti. Solo dopo calibriamo il progetto”. Tantissime, le sfide progettuali che ha dovuto affrontare la società. “La più importante? Sembrerà strano ma non è stato un palazzo di grandi dimensioni, bensì un appartamento di 300 mq sul Lungarno, a pochi passi da Ponte Vecchio: la difficoltà maggiore è stata quella di coniugare il restauro degli ambienti con l’installazione di un sistema impiantistico all’avanguardia. Grazie a un team di ingegneri siamo riusciti a creare ambienti pulitissimi, nascondendo tutti gli elementi visivamente poco piacevoli”. Seguendo le esigenze del settore, ogni immobile Altus viene fornito già arredato. “In ogni proprietà, in Italia come nel mondo, cerchiamo di promuovere il design italiano. I nostri fornitori sono top brand come Poltrona Frau, Minotti, Giorgetti, Poliform, Moroso, B&B Italia, Rimadesio, Paola Lenti e altri”. Ma c’è anche un’altra particolarità: “Uno dei nostri principi fondamentali è quello di pensare all’arredamento fin da subito, anche attraverso la realizzazione di mobili ed elementi su misura: dallo zoccolino all’armadio, passando per le luci. In alcuni progetti, per esempio, abbiamo disegnato tutta l’illuminazione”. A creare gli elementi su misura sono artigiani toscani: “Ci affidiamo a realtà di nicchia; ci piace lavorare con il falegname, il fabbro, parlare con loro e creare uno scambio profondo. La Toscana, ma anche tutta Italia, è ricchissima di queste eccellenze. I nostri artigiani sono professionisti meravigliosi”. Una filosofia, quella di promuovere l’artigianato locale, che viene applicata anche agli immobili oltreoceano. Come è successo a Tulum con il progetto Mudra, un complesso di 12 appartamenti situati in una palazzina di tre piani in uno dei quartieri più in voga della città. Progettato dall’architetto Luis Alejandro Cuesta Perusquia, “è stato forse il nostro progetto più divertente. Qui abbiamo utilizzato materiali e tecniche locali, fondendole a un layout fresco e contemporaneo. Abbiamo fatto emergere le peculiarità architettoniche del luogo appoggiandoci ad artigiani della zona, che hanno creato piastrelle e altri elementi usando materiali poveri e naturali. Una dimostrazione che, a volte, lusso non fa rima con costoso. Tutto sta nel rispettare luoghi, atmosfere e tradizioni locali con semplicità e raffinatezza”. L’articolo La società fiorentina che riqualifica le strutture storiche, dando vita a immobili di pregio è tratto da Forbes Italia.

Il “Buy now pay later” di Klarna conquista anche il calcio: accordo con la Roma sugli abbonamenti per lo stadio

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Acquistare un abbonamento per lo stadio e pagarlo in tre rate. Per chi tifa Roma, ora è possibile. Ha avuto un ottimo seguito infatti l'accordo stretto tra Klarna, società attiva in tutto il mondo nel campo dei pagamenti flessibili e l'AS Roma, che una novità per i tifosi , per la prima volta per un club di Serie A, ha permesso di dividere la spesa per l’abbonamento in 3 rate e senza interessi. Un’alternativa al credito che permetterà loro di superare le barriere legate ai costi. Sono stati infatti quasi 7.000 gli abbonati che hanno scelto questa modalità di pagamento inedita che a breve si estenderà non solo a tutti gli acquisti che riguardino il ticketing giallorosso ma anche all'interno dello store online. “All’interno del Club ogni nostra decisione è presa con l’intenzione di offrire ai nostri tifosi un servizio sempre più accessibile e innovativo", spiega Paolo Monguzzi, venue business director di AS Roma. "In Klarna  e nelle sue caratteristiche abbiamo trovato tutto quello che cercavamo: un’innovazione tecnologica che aiutasse i nostri tifosi a rendere l’esperienza di pagamento la più flessibile possibile. Siamo decisamente soddisfatti dell’esperienza avuta durante la fase di vendita degli abbonamenti e siamo certi che un numero sempre maggiore dei nostri tifosi usufruirà di Klarna per i propri acquisti anche nel corso dei prossimi anni”. "La partnership con una squadra di calcio così prestigiosa rappresenta un ulteriore passo importante nel percorso di Klarna in Italia e non solo. Siamo orgogliosi di supportare i tifosi della AS Roma AS Roma e Klarna insieme per offrire ai tifosi un servizio di pagamento flessibile e di offrire loro flessibilità e scelta quando si tratta di acquistare i biglietti online e il merchandising della loro squadra", ha dichiarato Francesco Passone, country manager di Klarna in Italia. Attraverso questa partnership, Klarna conferma e rinforza il proprio impegno in Italia, dove può contare già su più di un milione di clienti, attratti non solo dalle innovative soluzioni di pagamento offerte ma anche dalla collaborazione con oltre 8000 brand italiani e internazionali. L’articolo Il “Buy now pay later” di Klarna conquista anche il calcio: accordo con la Roma sugli abbonamenti per lo stadio è tratto da Forbes Italia.

Innovazione al potere: le foto dell’evento dedicato agli under 30 di Forbes

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Per il quinto anno consecutivo, Forbes Italia ha voluto celebrare i suoi 100 talenti under 30 con un party esclusivo. Una community di giovani che, anno dopo anno, si allarga e che, nella cornice del Principe di Savoia a Milano, ha avuto modo di confrontarsi e fare networking portando idee, visioni imprenditoriali e creatività. Tante le categorie e i settori che i giovani imprenditori vogliono innovare. Considerato anche che, negli ultimi anni, sono entrati in gioco nuovi trend e tecnologie come la blockchain, le cripto e la sostenibilità. I relatori e premiati della serata A salire per prima sul palco, durante la presentazione moderata dal managing editor Daniel Settembre, è stata Camilla Colucci, ceo è co-fondatrice di Circularity, piattaforma per la gestione degli scarti industriali, che ha approfondendo quanto anticipato sul numero di Forbes Italia di marzo di cui è stata protagonista di copertina. LEGGI ANCHE: "L’amazzone del riciclo: l’under 30 che ha creato una startup per gestire gli scarti industriali" Anche quest'anno, sono state tanto le aziende che, in qualità di tutor, hanno scelto di supportare il progetto under 30. Tra queste Haier, che con Emiliano Garofalo, country manager Italia di Haier Europe, ha assegnato un premio ad Alessandro Marinella, brand ambassador di E.Marinella e Arianna Pozzi, fondatrice di Gaia My Friend. Poi è stato il turno del marchio svizzero di orologi Breguet Italia, con il brand manager Maurizio Marino che ha raccontato come un'azienda tanto storica possa continuare, ogni giorno, a fare innovazione. Ospite anche Tracy, vincitrice dell’ultima edizione di Masterchef. Con una travagliata storia personale, la 28enne di origine nigeriana è arrivata in Italia a 12 anni. Negli anni ha sviluppato la passione per la cucina e a marzo è andato in stampa il suo libro “Soul Kitchen, Le mie ricette per nutrire l’anima". Sono continuate poi le premiazioni con Lavinia Fogolari, marketing manager di Asus, che a supporto della categoria Consumer Tech ha premiato Federico Prugnoli, fondatore di Wetacoo, Federico Di Condina, fondatore di Youstart, Giovanni Ghigliotti, ceo di Lesson Bloom, Giovanni Pizza e Fabrizio Pinci, fondatori di BonusX e infine Arianna Pozzi, fondatrice di Gaia My Friend. Le altre storie di giovani di successo A salire sul palco per raccontare la loro storia anche Mattia Marangon e Samuele Rovituso, fondatori di Legolize, Bianca Arrighini e Livia Viganò, fondatrici di Factanza, Petru Capatina e Paolo Bottiglieri, fondatori di WeGlad. Presente alla serata, infine, anche il team "Che fatica la vita da bomber". LEGGI ANCHE: "Chi sono gli under 30 di Forbes Italia per il 2022" L’articolo Innovazione al potere: le foto dell’evento dedicato agli under 30 di Forbes è tratto da Forbes Italia.

Enel e Intesa Sanpaolo acquistano Mooney: valutazione di 1,4 miliardi di euro

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Enel e Intesa Sanpaolo hanno concluso l’acquisizione di Mooney, fintech di prossimità italiana che mette insieme servizi di pagamento e bancari, per la vendita fisica e online. Enel ha acquisito il 50% del capitale sociale tramite Enel X, Intesa Sanpaolo il 20% attraverso Banca 5, che già deteneva il 30%. Le quote appartenevano a Schumann Investments, controllata del fondo di private equity Cvc Capital Partners. L’operazione ha assegnato a Mooney una valutazione di 1,385 miliardi di euro. Enel X e Banca 5 hanno ora una partecipazione del 50% ciascuna. “L’accordo rappresenta un grande traguardo per Mooney, che, con un percorso di crescita forte e continuo, ha saputo attirare l’interesse di due aziende di altissimo livello”, ha commentato Emilio Petrone, amministratore delegato di Mooney. “La loro presenza è garanzia di solidità economico-finanziaria e del proseguimento di una politica aziendale mirata allo sviluppo, all’eccellenza tecnologica e alla sostenibilità”. L’operazione Enel X, società di servizi per l’innovazione e la transizione energetica del gruppo Enel, ha pagato un corrispettivo di circa 225 milioni per la parte di equity e 125 milioni per l’acquisto di un credito vantato da Schumann Investments nei confronti di Mooney. Banca 5, società di open digital banking di Intesa Sanpaolo, ha pagato un corrispettivo di 89 milioni di euro per la parte di equity. Mooney dovrebbe acquisire in futuro tutte le attività di Enel X nel campo dei servizi finanziari (Enel X Financial Services, CityPoste Payment, Paytipper e Junia Insurance) per 140 milioni di euro. Nascerà così una joint fintech europea. Che cos’è Mooney Mooney è nata nel dicembre 2019 dall’unione tra SisalPay e la stessa Banca 5. È oggi una delle principali fintech italiane, con un turnover di 14,8 miliardi di euro. Ha 20 milioni di consumatori sul canale fisico, tre su quello digitale e 250 milioni di transazioni, di cui il 40% cashless. Mooney ha 45mila punti vendita. Nel 2020 ha registrato ricavi per 153 milioni di euro e un margine operativo lordo di 82 milioni. Ha circa 20 milioni di clienti e gestisce ogni anno il 20% di tutte le bollette elettriche emesse dal gruppo Enel. Tramite la partecipazione in MyCicero, gestisce inoltre una piattaforma digitale che fornisce servizi di mobilità a oltre due milioni di clienti. L’articolo Enel e Intesa Sanpaolo acquistano Mooney: valutazione di 1,4 miliardi di euro è tratto da Forbes Italia.

Small Giants, terza tappa a Trieste: il resoconto dell’evento dedicato alle Pmi del Nord Est

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Il viaggio di Forbes Italia alla scoperta delle Pmi italiane continua con la sua terza tappa. Small Giants, nella serata del 7 luglio, ha incontrato i protagonisti del Friuli Venezia Giulia e del Nord Est a Duino Aurisina, in provincia di Trieste. Ad aprire l’evento è stato il sindaco di Duino Aurisina, Igor Gabrovec, che ha testimoniato l’importanza di questa iniziativa non solo per la città, ma per tutto il Nord Est italiano. La serata, moderata da Alessandro Rossi, direttore di Forbes Italia, si è articolata sui temi dell'innovazione e della sostenibilità. Sul palco di Small Giants sono intervenuti, tra gli altri, Filippo Cavandoli, ceo di Ppn Hospitality, Riccardo Illy, presidente del Polo del Gusto, Mattia Cérgol, presidente Confindustria Giovani Alto Adriatico, Matteo Caradonna, small medium enterprise & corporate digital channels di Telepass, Anna Gregorio, ceo e co-founder di Picosats, Andrea Berna, responsabile commerciale Italia Banca Ifis, Clarissa Pirillo, digital marketing strategist di Rougj, Alessandro Zudek, business development manager di Zudek, Erika Le Noan, presidente di Dammann Frères, e Aljosa Ota, Ente turismo Slovenia. L'evento è stata l'occasione per provare a comprendere più da vicino la situazione attuale delle pmi del territorio e per chiedere agli imprenditori quali rischi e quali opportunità possono emergere dalla crisi economica attuale. Il viaggio di Small Giants, dopo la tappa di Trieste, continuerà in tutta Italia, da Nord a Sud. Le Pmi sono infatti il presente e il futuro del nostro Paese. La prossima tappa sarà il 13 settembre a Firenze. L’articolo Small Giants, terza tappa a Trieste: il resoconto dell’evento dedicato alle Pmi del Nord Est è tratto da Forbes Italia.