Uno studio sfata le preoccupazioni sui metodi di svezzamento dei bambini
Un recente studio ha analizzato più da vicino l’alimentazione dei bambini durante la fase dello svezzamento, cercando di capire i pro e i contro dei due metodi principali: autosvezzamento e svezzamento classico.
©ivolodina/123rf
Lo svezzamento è una fase importante dello sviluppo e della crescita dei bambini, ma cos’è meglio tra autosvezzamento e svezzamento classico?
Uno studio condotto dall’Università di Otago ha scoperto che due metodi popolari, ma alquanto controversi, sembrano avere un impatto poco significativo sull’appetito e sul peso dei bambini.
Lo studio ha analizzato la dieta di 625 bambini di età compresa tra 7 e 10 mesi, valutando i risultati legati all’appetito derivanti dall’uso di omogeneizzati per l’infanzia e dall’autosvezzamento.
L’autrice principale Alice Cox ha affermato che viene spesso espressa preoccupazione per il rischio di sovraalimentazione dei bambini che consumano omogeneizzati, e per quelli che seguono l’autosvezzamento che corrono il rischio di sottoalimentazione.
Lo studio, pubblicato su Appetite, fa parte dello studio First Foods New Zealand condotto presso le università di Otago e Massey.
I genitori riferiscono di apprezzare lo svezzamento classico e gli omogeneizzati
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