Siamo in estate inoltrata e il governo scopre che in fabbrica si muore di caldo
Dopo ben quattro ondate di caldo torrido – per non dire infernale – e il mese di luglio ormai agli sgoccioli, la maggioranza si accorge del problema dei dipendenti che a causa delle alte temperature rischiano la salute sul posto di lavoro. Così, malgrado l’emergenza caldo era stata annunciata mesi fa dagli esperti e si sarebbe dovuto agire per tempo, in queste ore sta prendendo piede una surreale – quanto tardiva – discussione sulla reintroduzione dello smart working.
Il dibattito
Ad annunciare questa ipotesi è stato il ministro del Lavoro, Marina Calderone, che starebbe valutando la possibilità di estendere lo strumento di ‘smart working emergenziale’. Proprio per questo giovedì si è tenuto un tavolo tra governo e parti sociali per valutare la situazione e capire come agire. L’unica certezza, come spiegato ieri, è che l’eventuale intervento avrà bisogno di uno strumento di legge ad hoc visto che, avrebbe riferito la ministra, “in questo momento non c’è un veicolo normativo in cui inserirlo” anche se ciò “non vuol dire che non se ne possa individuare uno”.
Insomma siamo ancora agli inizi
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