SBF: si accelera il processo di estradizione

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Dopo una settimana passata in prigione, Sam Bankman-Fried potrebbe vedere accelerato il suo processo di estradizione, rispetto al quale è fissata un’udienza l’8 febbraio, e che in precedenza aveva dichiarato voler evitare. Fino ad ora, la sua detenzione nella prigione di Fox Hill, nelle Bahamas, è stata definita dai giornali come “dura”, e appesantita forse dal rifiuto di una cauzione.

L’ex ceo di FTX deve affrontare almeno otto accuse penali negli Stati Uniti, tra cui frode telematica e associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro. La Securities and Exchange Commission (SEC), invece, lo ha accusato in separata sede di aver orchestrato un piano per frodare gli investitori in FTX.

Per farlo, bisognerà prima però completare la sua estradizione, che per persone che si trovano all’estero come lui può richiedere, secondo il Dipartimento di Giustizia degli Usa, molti mesi o addirittura anni.

La vita in cella di SBF

Rispetto alla detenzione alle Bahamas, il Washington Post ha raggiunto un funzionario della prigione, il quale ha descritto SBF come “un po’ arrogante, ma anche un bravo ragazzo terribilmente spaventato”.

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