Salerno, il papà che ha lanciato la bimba dal terzo piano confessa: «Me l’ha chiesto Dio, lui l’avrebbe salvata»

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«Una voce mi ha detto che dovevo salvare il mondo. In quel preciso momento in cui la tenevo in braccio mi ha suggerito di lanciare mia figlia dalla finestra perché Dio l’avrebbe salvata». Sono le parole del padre della bimba di due anni accusato di tentato omicidio per aver lanciato la piccola dal terzo piano della propria abitazione a Fisciano (Salerno). Il 40enne è stato ascoltato dal gip. Nella serata di ieri, 2 novembre, la giudice per le indagini preliminari Daniela De Nicola non ha convalidato l’arresto «non essendoci la flagranza». Ma ha disposto la detenzione in carcere «vista la gravità dei fatti». Nel corso dell’interrogatorio l’accusato ha prima negato e poi cambiato versione raccontando tutto. È stata invece rigettata la richiesta di custodia cautelare presentata dagli avvocati dell’uomo perché non documentata dal suo stato di salute. «Siamo in presenza di un caso psichiatrico chiarissimo, un delirio di tipo psicotico», ha però detto uno dei suoi legali. Il gip ha ha chiesto al 40enne se sapeva cosa avrebbe subito la bambina e lui ha risposto: «Sì, sapevo che poteva morire». Da subito è stato preso in cura dai servizi psichiatrici del carcere di Bellizzi Irpino.

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Al vaglio degli inquirenti c’è anche la posizione della moglie. Fino alla confessione del marito ha detto: «La bimba è scivolata perché il fasciatoio era vicino alla finestra aperta». Per questo motivo la Procura ha chiesto all’ospedale Santobono di Napoli di trattenere la piccola in attesa di capire se può essere affidata alla madre o meno. Inoltre, è emerso che tre giorni prima dell’accaduto, l’uomo avrebbe chiesto l’intervento del 118 perché preoccupato di un pacco che a suo dire avrebbe contenuto

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