Ruanda, 30 anni fa il genocidio di 800mila Tutsi nell’indifferenza del resto del mondo

Per cento giorni, a partire appunto dal 7 aprile 1994, il Ruanda fu teatro di scontro tra due etnie presenti nel Paese: gli Hutu e i Tutsi. Colonia prima tedesca e poi belga, il Ruanda fu devastato da guerre di potere fra le due etnie a partire dagli anni Sessanta fino all’eliminazione di migliaia di...

Una delle pagine più tristi della storia: lo sterminio di 800mila persone e la violenza su oltre 250mila donne. Il 7 aprile è la Giornata internazionale di riflessione sul genocidio in Ruanda.

©theconversation

Per cento giorni, a partire appunto dal 7 aprile 1994, il Ruanda fu teatro di scontro tra due etnie presenti nel Paese: gli Hutu e i Tutsi. Colonia prima tedesca e poi belga, il Ruanda fu devastato da guerre di potere fra le due etnie a partire dagli anni Sessanta fino all’eliminazione di migliaia di Tutsi durante la “rivoluzione contadina degli Hutu”.

I Tutsi si rifugiarono in paesi vicini, tra cui l’Uganda formando il Fronte patriottico ruandese (FPR) che dalla fine degli anni Ottanta porta a una serie di attacchi nel Paese guidato dal governo hutu di Juvénal Habyarimana. La tregua arrivò con una serie di accordi di pace, ma soprattutto con la missione Onu per il Ruanda (Unamir). Ma le tensioni e i conflitti lasciarono un segno indelebile per cento giorni. La causa scatenante fu il missile lanciato il 6 aprile contro l’aereo


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