Nadia Nadim: una storia di resilienza, dalla guerra in Afghanistan al successo nel calcio e nella chirurgia
Di lei si parla adesso perché è appena approdata alla squadra di calcio femminile del Milan. In realtà, di Nadia Nadim c’è una storia immensa da raccontare. Afghana, padre ucciso dai talebani, ha imparato a giocare a calcio in un campo profughi. E poi nulla l’ha più fermata
Non solo calciatrice: Nadia Nadim alterna la tuta al camice perché “quando smetterò con il calcio sarò un chirurgo”, sfoggiando le sue 8 lingue parlate alla perfezione e un curriculum lungo così fatto di coraggio e di resistenza. Nata e cresciuta a Herat, in quella città dell’Afghanistan a due passi dall’Iran e piegata in due dal terrorismo, Nadia Nadim – ora naturalizzata danese – è stata appena tesserata al Milan femminile nel ruolo di attaccante, ma parlare di lei è parlare di un riscatto che dà senso alla fuga da un Paese martoriato da una guerra civile infinita.
Al pari di Yusra Mardini, la storia di Nadia Nadim è quella di chi desidera a tutti i costi sfuggire alla guerra e al dolore immenso di vedere i propri cari
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