Messico al bivio sulla riforma elettorale

Ristretto – Dopo una lunga serie di dibattiti e di accese proteste, il Messico si trova diviso in due riguardo al controverso progetto di riforma elettorale proposto dal Presidente Obrador. Attorno a questa questione sembrano già delinearsi i futuri schieramenti in vista delle prossime elezioni. Pochi giorni fa, il Senato messicano ha approvato un disegno […]

Ristretto – Dopo una lunga serie di dibattiti e di accese proteste, il Messico si trova diviso in due riguardo al controverso progetto di riforma elettorale proposto dal Presidente Obrador. Attorno a questa questione sembrano già delinearsi i futuri schieramenti in vista delle prossime elezioni.

Pochi giorni fa, il Senato messicano ha approvato un disegno di legge alternativo riguardo alla riforma elettorale proposto dal Presidente Andrés Manuel López Obrador (AMLO), il cosiddetto “Piano B”. Nonostante le numerose modifiche al piano originale, gran parte dell’opposizione nutre ancora forti dubbi sulla nuova proposta del Governo. Il precedente progetto di legge prevedeva, tra le altre questioni, quella di sostituire l’Istituto Elettorale Nazionale (INE), l’organo indipendente incaricato di gestire le elezioni federali in Messico, con un organo più piccolo. Secondo la proposta, i cittadini avrebbero dovuto votare direttamente i consiglieri dell’INE. I candidati al Consiglio sono solitamente presentati dal Governo. Secondo AMLO, la misura sarebbe servita per rendere l’organo più efficiente. Tuttavia, la proposta ha scatenato massicce proteste nella popolazione. Lo scorso 14 novembre, in decine di città, migliaia di persone sono


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