L’impatto dello sciopero durato un mese dei lavoratori tessili della fast fashion (spiegato bene)
Le proteste dei lavoratori e delle lavoratrici del Bangladesh, il secondo produttore al mondo di abbigliamento dopo la Cina, per avere salari più alti non hanno avuto i risultati sperati. Dal 2011 al 2019 le esportazioni del settore sono più che raddoppiate, ma le persone che impiega sono ancora tra le più povere del Paese e le loro condizioni di lavoro continuano a essere tra le peggiori al mondo
Per settimane, migliaia di lavoratori tessili del Bangladesh hanno protestato per aumenti salariali più elevati rispetto ai 113 dollari proposti dal Governo (un salario ben lontano dal salario dignitoso), chiedendo 208 dollari al mese al posto dei loro 75 dollari mensili. Ma il pesce puzza dalla testa e, se non si cambia qualcosa ai vertici delle stesse fabbriche, poco o nulla conquisteranno mai i lavoratori e le lavoratrici bengalesi.
Per settimane si sono scontrati con la polizia e alcuni di loro hanno anche trovato la morte in scontri in piazza violenti e sanguinosi per poi arrivare, a inizio novembre, all’annuncio del Governo del suo esiguo aumento che
LaCittaNews è un motore di ricerca di informazione in formato magazine, aggrega e rende fruibili, tramite le sue tecnologie di ricerca, in maniera automatica, gli articoli più interessanti presenti in Rete. LaCittaNews non si avvale di nessuna redazione editoriale. => DISCLAIMER