L’Alzheimer nell’antichità: nuove scoperte sulla demenza nei tempi antichi

Uno studio rivela che i sintomi dell'Alzheimer erano rari nell'antichità, ma potrebbero essere stati influenzati da fattori ambientali come l'inquinamento atmosferico e l'esposizione al piombo. L'articolo L’Alzheimer nell’antichità: nuove scoperte sulla demenza nei tempi antichi sembra essere il primo su Scienze Notizie.

Uno studio rivela che i sintomi dell’Alzheimer erano rari nell’antichità, ma potrebbero essere stati influenzati da fattori ambientali come l’inquinamento atmosferico e l’esposizione al piombo.

La demenza era estremamente rara nell’antichità. (Emma Lucek/Shutterstock.com)

Alzheimer ha afflitto gli anziani nell’antichità? Con l’aumento dei casi di demenza ai giorni nostri, è una domanda intrigante e, fortunatamente, un nuovo studio ha delle risposte.

La demenza, di cui l’Alzheimer è il tipo più comune, non è una malattia specifica, ma piuttosto un termine usato per descrivere sintomi legati alla perdita di memoria. Oggi, si verifica a livelli epidemici ed è sempre più comune. Nel 2020, si stima che 55 milioni di persone nel mondo vivessero con la demenza, e tale cifra è prevista raddoppiare ogni 20 anni, arrivando a 139 milioni entro il 2050.

Ma, secondo la nuova ricerca, questo non è sempre stato il caso. I sintomi della malattia di Alzheimer e delle demenze correlate sembravano essere piuttosto rari circa 2.500 anni fa.

“Gli antichi greci avevano pochissime – ma le abbiamo trovate – menzioni di qualcosa che sarebbe simile


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