L’alga marina: il salvatore dell’umanità dopo una guerra nucleare

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Uno studio rivela come l’alga marina potrebbe diventare una fonte di cibo e biocarburanti essenziale dopo una guerra nucleare.

La bomba nucleare Priscilla è stata detonata presso il sito di prova del Nevada a Frenchman Flat il 24 giugno 1957. (US Department of Energy)

Se il peggio dovesse accadere e scoppiasse una guerra atomica, l’alga marina potrebbe diventare l’improbabile salvatore dell’umanità.

In una guerra nucleare, le nuvole a forma di fungo e le palle di fuoco incandescente sono solo l’inizio dei problemi. La radiazione avvelenerà la terra e vaste nubi di fuliggine saranno sparate nell’atmosfera, bloccando la luce solare dal raggiungere la superficie terrestre in quello che è conosciuto come “inverno nucleare”.

Ciò comporterà un raffreddamento del pianeta, quasi certamente portando a una diffusa carestia e fallimento delle colture. Tuttavia, alcune colture potrebbero essere in grado di resistere meglio alla tempesta.

In uno nuovo studio, gli scienziati sostengono che l’alga marina potrebbe diventare una fonte di cibo molto necessaria in seguito alle conseguenze di una guerra nucleare. 

L’alga marina è relativamente resistente e può crescere in una


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