Il partenariato in campo energetico tra Italia e Algeria: un privilegio per chi?

Caffè lungo – La crisi energetica, abbinata agli sviluppi diplomatici algerino-marocchini che travolgono la Spagna, potrebbero fare dell’Italia il nuovo hub d’Europa. La svolta geopolitica passa però da una maggiore dipendenza dal Sud, il cui equilibrio permane instabile. LE CRISI A FAVORE DELL’ITALIA La crisi energetica, indotta dalle carenze nell’approvvigionamento di gas verso l’Europa causate […]

Caffè lungo La crisi energetica, abbinata agli sviluppi diplomatici algerino-marocchini che travolgono la Spagna, potrebbero fare dell’Italia il nuovo hub d’Europa. La svolta geopolitica passa però da una maggiore dipendenza dal Sud, il cui equilibrio permane instabile.

LE CRISI A FAVORE DELL’ITALIA

La crisi energetica, indotta dalle carenze nell’approvvigionamento di gas verso l’Europa causate dalle ritorsioni russe esercitate per mezzo del gasdotto baltico Nord Stream 1, spinge l’Italia a cercare nuovi partner energetici che potrebbero rendere la Penisola il nuovo centro di smistamento europeo del gas. Complice anche l’insanabile relazione marocchino-algerina. Proprio Algeri nell’agosto 2021 aveva accusato il Marocco di sostenere il MAK, Movimento per l’autodeterminazione della Cabilia (regione del nord algerino), e il Rachad, movimento islamista radicale, colpevoli — secondo le Pouvoir — di aver appiccato i roghi che avevano devastato la regione. I presunti tentativi marocchini finalizzati a destabilizzare l’Algeria conducevano a ritorsioni di quest’ultima verso il Royaume, di cui avrebbe fatto le spese la Spagna. A ottobre, infatti, Algeri decideva di non rinnovare i contratti per il gasdotto del Maghreb-EU, che unisce direttamente i giacimenti di Hassi R’Mel (Algeria) con Tarifa (Spagna) transitando per il Marocco, lasciando aperto solo il Medgaz, che porta da Hassi R’Mel ad Almería (Spagna). Nonostante le rassicurazioni algerine alla Moncloa riguardo all’aumento delle capacità di quest’ultimo a 10 miliardi di metri cubi, l’incremento non consentiva di ripristinare i livelli di fornitura precedenti, che si aggiravano attorno ai 15 miliardi di metri cubi l’anno, costringendo Madrid a ripiegare sul GNL (gas naturale liquido) a un prezzo maggiore, e a fare affidamento sui suoi sei rigassificatori. La chiusura del gasdotto rischiava tuttavia di ritorcersi contro la stessa Algeri, la cui decisione andava


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