Il neonazista di Bari e l’ascesa del suprematismo bianco. L’analisi di Antinori (Eooh)

All’alba di giovedì mattina, a Bari, la polizia ha arrestato un neonazista italiano di 23 anni. Era indagato per arruolamento con finalità di terrorismo internazionale, nonché propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa, riporta Rai News. Nel suo appartamento sono state rinvenute armi da fuoco, balestre e mazze di […]

All’alba di giovedì mattina, a Bari, la polizia ha arrestato un neonazista italiano di 23 anni. Era indagato per arruolamento con finalità di terrorismo internazionale, nonché propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa, riporta Rai News. Nel suo appartamento sono state rinvenute armi da fuoco, balestre e mazze di ferro, gadget marchiati con svastiche e rune, manifesti inneggianti a Hitler. Che era presente anche sulle immagini nel suo computer, assieme a messaggi antisemiti e post sulla supremazia bianca, i sintomi di appartenenza a una rete più ampia.

L’arresto è il risultato di un’indagine avviata un anno fa dalla Digos e dalla questura di Bari, sulla scia del monitoraggio costante degli ambienti online suprematisti e di estrema destra. Gli inquirenti si sono avvalsi anche di intercettazioni ambientali, e nel corso della perquisizione hanno potuto stabilire l’appartenenza del giovane a un’organizzazione suprematista statunitense, nota come “The Base” e classificata da Washington come una minaccia terroristica.

Stando alle ricostruzioni, l’arrestato era a capo di una piccola cellula locale da tre o quattro individui. Online faceva proselitismo, traducendo il contenuto estero e diffondendolo in rete. Offline affiggeva manifesti per la città. Il primo caso del genere in Italia. Soprattutto, rimarca la Digos, “era pronto al sacrificio estremo e a compiere imprecisate azioni violente”.

Il sospetto sembra incarnare l’emanazione italiana di un movimento spontaneo e internazionale, originato nell’America del Nord e diffuso attraverso gli anfratti della rete. Lo stesso giudice incaricato del caso evidenzia “allarmanti collegamenti con l’attentato di Buffalo”. Il riferimento è a un evento dello scorso maggio, quando un diciottenne statunitense imbracciò un fucile, entrò in un supermercato e ammazzò dieci persone – filmando l’accaduto in livestream e ispirando il neonazista diciannovenne che


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