Giù la clèr, su i gomiti: la vita in after degli chef

Cosa fanno i cuochi quando spengono i fornelli e tirano giù la serranda del ristorante? Bevute per scaricare l'adrenalina e notti in bianco, ma anche casa, divano e guilty pleasure. E poi ovviamente ci sono pure i workaholic The post Giù la clèr, su i gomiti: la vita in after degli chef first appeared on Rolling Stone Italia.

Ci sono domande che mi assillano da sempre. Cosa c’è al centro della Terra? Dove va a finire l’arcobaleno? Cosa fanno i cuochi quando spengono i fornelli e tirano giù la serranda del ristorante? Che, a vederli tutti così, barbuti e tatuati, te li immagini a fare la vita delle rockstar ripercorrendo le orme di un Marco Pierre White dei bei tempi andati.

«C’è questa visione romantica del nostro lavoro che in realtà s’infrange contro le quattordici, sedici ore davanti ai fuochi. Dopo le quali la verità è che sei stanco», mi dice Misha Sukyas, estroso esponente della categoria dai recenti trascorsi televisivi (con la conduzione di Camionisti in trattoria).
Il cuoco milanese procede per citazioni e similitudini. «Il lavoro in cucina è stato venduto come la staccionata bianca di Tom Sawyer», talmente gratificante e bella e difficile da pitturare che solo i migliori, i più bravi e i più fortunati potevano avere l’onore di spennellarla.
Non perde l’occasione, Sukyas, per bacchettare la sottoscritta: l’immagine del cuoco maledetto, più che corrispondere alla realtà, ha sempre fatto comodo a noi giornalisti che andiamo a


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