Cristina D’Avena l’hanno inventata i centri sociali
Giovanni R0bertini: Ve la meritate Cristina D’Avena, ve la meritate! Verrebbe da fare i Nanni Moretti fuori tempo massimo non fosse che c’ero anche io alle serate di Spazio Petardo al centro sociale di via Gola – quello di Dax, il ragazzo accoltellato e ucciso nel 2003 da un fascista – a ballare Occhi di Gatto, Mila e Shiro e le altre sigle dei cartoni animati. Erano gli anni Novanta e l’appropriazione culturale delle sigle di Cristina D’Avena da parte della sinistra era solo un allegro dito medio al berlusconismo: tu Silvio hai provato a rincoglionirci tutti con la tv commerciale che mano a mano ha colonizzato i nostri ricordi e noi ti dimostriamo come quella madeleine della nostra infanzia oggi la pucciamo nella birra e nei gin tonic tra le canne dello squat, limonando fluidissimi sulle note di Candy Candy. Tié. Poi abbiamo perso un po’ il controllo, e pure l’allegria del dito medio, il collettivo Spazio Petardo suona ancora, non più nei centri sociali ma nei locali. Una volta mi hanno invitato, ma non me la sono sentita.
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