Così l’Italia ha aiutato la lobby della plastica e dei fast food affossando il regolamento UE sulla riduzione degli imballaggi
Doveva essere una stretta sugli imballaggi, ma si è rivelata una debacle proprio a causa del voto degli eurodeputati italiani che hanno indebolito gli obblighi previsti dal regolamento sul riuso proposto dalla Commissione europea
L’Italia ha svolto un ruolo determinante (ed ovviamente in negativo) nel salvataggio dei fast-food e dell’industria degli imballaggi monouso, minando un regolamento proposto dalla Commissione europea volto a ridurre i rifiuti da packaging.
Gli eurodeputati italiani hanno infatti indebolito gli obblighi per le grandi catene di fast-food e il settore del cibo da asporto. Questa decisione ha rappresentato una vittoria per le lobby della plastica. Nonostante la proposta originale prevedesse misure di riutilizzo, deposito cauzionale e maggiore responsabilità delle imprese produttrici, gli obiettivi sul riutilizzo sono stati notevolmente ridotti.
La lista degli imballaggi monouso da eliminare è stata drasticamente ridimensionata, lasciando intatte le pratiche dannose per l’ambiente. La pressione esercitata dall’Italia, da destra a sinistra, ha giocato un ruolo cruciale in questa situazione.
Le norme sono state rese poco incisive
Il regolamento, passato con 426 voti a favore, 125 contrari e
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