Che sapore aveva il vino bevuto dai Romani? Gli archeologi lo hanno appena rivelato
Nella società romana il vino ha occupato un posto di rilievo, ma che sapore aveva allora il nettare degli Dei e quale era il suo colore? Un recente studio comparativo sul modello dei qvevri della Georgia offre una visione della vinificazione romana
Fruttato, floreale, vegetale. Il vino è un connubio di sfumature odorose, cromatiche e riferimenti. Chi è appassionato del mondo enoico impara con l’esperienza e con la curiosità a descrivere il “nettare degli Dei” prodotto come lo conosciamo oggi.
Ma ai tempi dei Romani, com’era il vino bevuto nei banchetti e nelle taverne? Che aspetto aveva questa bevanda e qual era il suo sapore? Probabilmente aranciato e con note speziate.
Lo svela un nuovo studio scientifico pubblicato sulla rivista Antiquity. Un team di archeologi ha provato a scoprire di più sulle caratteristiche del vino che circolava nell’antica società romana e lo ha fatto confrontando i dolia, grandi contenitori in terracotta, con i qvevri usati in Georgia per la produzione di vino.
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