Che sapore aveva il vino bevuto dai Romani? Gli archeologi lo hanno appena rivelato
Fruttato, floreale, vegetale. Il vino è un connubio di sfumature odorose, cromatiche e riferimenti. Chi è appassionato del mondo enoico impara con l’esperienza e con la curiosità a descrivere il “nettare degli Dei” prodotto come lo conosciamo oggi. Ma ai tempi dei Romani, com’era il vino bevuto nei banchetti e nelle taverne? Che aspetto aveva questa...
Nella società romana il vino ha occupato un posto di rilievo, ma che sapore aveva allora il nettare degli Dei e quale era il suo colore? Un recente studio comparativo sul modello dei qvevri della Georgia offre una visione della vinificazione romana
@Wikimedia Commons – Antiquity
Fruttato, floreale, vegetale. Il vino è un connubio di sfumature odorose, cromatiche e riferimenti. Chi è appassionato del mondo enoico impara con l’esperienza e con la curiosità a descrivere il “nettare degli Dei” prodotto come lo conosciamo oggi.
Ma ai tempi dei Romani, com’era il vino bevuto nei banchetti e nelle taverne? Che aspetto aveva questa bevanda e qual era il suo sapore? Probabilmente aranciato e con note speziate.
Lo svela un nuovo studio scientifico pubblicato sulla rivista Antiquity. Un team di archeologi ha provato a scoprire di più sulle caratteristiche del vino che circolava nell’antica società romana e lo ha fatto confrontando i dolia, grandi contenitori in terracotta, con i qvevri usati in Georgia per la produzione di vino.
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