Che cos’è il diritto all’oblio oncologico e perché è importante che venga riconosciuto

Gli ex pazienti subiscono in molti casi discriminazioni in ambito finanziario, bancario, assicurativo e adottivo. L'invito della Fondazione Umberto Veronesi: stop alle richieste di informazioni dopo dieci anni

Dopo la guarigione ogni persona che ha sconfitto un tumore merita di tornare alla propria vita, senza discriminazioni in base alla propria storia clinica. Si chiama diritto all’oblio oncologico e devono garantirlo tutti, dagli enti pubblici ai datori di lavoro privati. Questo il cuore del nuovo documento diffuso dal Comitato Etico della Fondazione Umberto Veronesi. Un rapporto nel quale gli esperti fanno il punto sui fenomeni di discriminazione che molti ex pazienti oncologici devono subire quotidianamente, illustrano il quadro delle normative adottate sul tema da altri paesi europei e la posizione delle istituzioni europee e avanzano infine alcune raccomandazioni in merito alla necessaria futura disciplina italiana sulla questione. D’altronde esiste il «diritto all’oblio generale», che le persone possono far valere ad esempio per eliminare dal web o deindicizzare notizie su vecchie condanne o altri fatti non più di attualità, non si capisce perché questo non dovrebbe valere per chi ha superato il cancro.

Negli ultimi trent’anni lo sviluppo di nuovi percorsi diagnostici e di cura ha permesso una crescita costante della popolazione guarita da neoplasie.


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