Le Gallerie d’Italia di Milano ospiteranno, dal 18 novembre 2022 al 26 marzo 2023, la grande mostra “Mecenati, collezionisti, filantropi. Dai Medici ai Rothschild”, a cura di Fernando Mazzocca e Sebastian Schütze.Da Cosimo e Lorenzo de’ Medici a Edmond de Rothschild, molti dei maggiori mecenati e collezionisti di tutti i tempi sono stati dei grandi banchieri che hanno voluto consacrare la loro ascesa sociale gareggiando con l’aristocrazia e i sovrani nel proteggere e incoraggiare gli artisti, anche acquistando le loro opere. Per i grandi banchieri, mecenatismo artistico e collezionismo appaiono strumenti strategici di rappresentazione e di affermazione sociale, o meglio un esempio eloquente della sapiente trasformazione di capitale economico in capitale culturale e simbolico.A molte di queste figure sono stati dedicati studi importanti, ma esistono casi in attesa di nuove ricerche. La mostra potrà essere l’occasione per originali approfondimenti e per una riconsiderazione nei secoli di questo fenomeno attraverso l’analisi di personaggi che hanno segnato in modo incisivo la storia del collezionismo e del gusto. Attraverso i loro ritratti, le testimonianze della loro eccezionale vicenda biografica e soprattutto alcune opere d’arte esemplari delle loro raccolte, è possibile rievocare la loro figura e le scelte collezionistiche.La mostra intende ricordare infine la luminosa figura del banchiere “umanista” Raffaele Mattioli, protagonista della rinascita economia e culturale nell’Italia del difficile dopoguerra. Le sue prestigiose acquisizioni per la Banca Commerciale e il suo impegno nella grande editoria hanno costituito uno straordinario esempio, a cui il “Progetto Cultura” di Intesa Sanpaolo ha dato continuità e conferma.L’esposizione, attraversando un arco temporale che spazia dal Rinascimento al Novecento, presenta opere di autori quali Michelangelo, Caravaggio, Bronzino, Verrocchio, Antoon Van Dyck, Angelika Kauffmann, Hayez, Gherardo delle Notti (Gerrit van Honthorst), Valentin de Boulogne e Giorgio Morandi.Le oltre 120 opere esposte provengono dai più prestigiosi musei internazionali come la National Gallery di Londra, il Musée du Louvre di Parigi, la Albertina di Vienna e The Morgan Library & Museum di New York.La mostra è realizzata in partnership con l’Alte Nationalgalerie - Staatliche Museen zu Berlin e con i Musei del Bargello, e con la collaborazione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la CIttà metropolitana di Milano.
Dal 23 settembre al 31 dicembre del 1953 Guernica venne esposta nella Sala delle Cariatidi del Palazzo Reale di Milano, insieme a più di trecento altre opere del maestro spagnolo, dando forma alla più grande retrospettiva di Picasso mai tenuta in Italia. Successivamente la mostra venne spostata a Roma, ma in formato ridotto e soprattutto senza Guernica, che da allora non fece mai più ingresso nel nostro Paese.La Sala delle Cariatidi, che al momento di accogliere il capolavoro picassiano presentava ancora i segni dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, amplificando così il significato dell’opera, ospitò in quell’occasione anche altre drammatiche composizioni di esplicita denuncia dei disastri della guerra quali il Massacro in Corea e Carnaio. Oggi Guernica non viaggia più, non lascia mai la Spagna né la sua sala al Museo Reina Sofía di Madrid. Non tornerà più a Parigi, dove è stata creata, commissionata dal governo repubblicano spagnolo per l’Esposizione Universale del 1937, non tornerà più al MoMA di New York dove ha passato buona parte del suo esilio prima di tornare in patria. E sicuramente non tornerà più in Italia.Settant’anni dopo la storica esposizione al Palazzo Reale di Milano, il MAN di Nuoro celebra il passaggio italiano di Guernica, simbolicamente e artisticamente fondamentale per una generazione di artisti, di critici d’arte e di cittadini italiani. L’omaggio nuorese si suddivide in due sezioni principali: l’eco di Guernica nella produzione artistica di Picasso e il racconto della genesi dell’opera attraverso la narrazione visiva di Dora Maar, fotografa e all’epoca compagna dell’artista spagnolo.La prima sezione trova il suo fulcro principale nello straordinario dittico di incisioni intitolato Sueño y mentira de Franco, vero e proprio contraltare grafico del grande dipinto. Picasso iniziò a incidere la prima lastra nel gennaio del 1937 ma abbandonò presto il lavoro. Nel mese di maggio, appena dopo il tragico bombardamento della cittadina basca, portò a termine entrambe le matrici proprio mentre stava eseguendo la monumentale tela, utilizzando gli stessi studi e le stesse idee. Non si tratta affatto, però, di una versione in formato ridotto del quadro, ma di un’invenzione originale, a sé stante, che prende le mosse dallo stesso pensiero e dallo stesso impeto creativo. Attorno a Sueño y mentira de Franco si raccoglierà una piccola ma significativa serie di incisioni, che afferiscono direttamente alla gestazione di Guernica o che, per essere stati realizzate nello stesso periodo, richiamano da vicino stile e temi del celebre dipinto.La seconda anima della mostra ruoterà attorno alla straordinaria testimonianza di Dora Maar, che documentò giorno per giorno, con le proprie fotografie, il lavoro di Picasso. Si tratta di una serie di scatti al contempo commoventi e fondamentali per la ricostruzione filologica della creazione di Guernica. Insieme alle fotografie, si esporrà la splendida incisione Portrait de Dora Maar au chignon eseguita da Picasso proprio nel 1936 a un anno da Guernica e che per certi versi riverbera lo stile sintetico di Guernica. Non mancheranno immagini scattate nel 1953 da Mario Perotti in occasione della rassegna milanese, nell'allestimento toccante della Sala delle Cariatidi segnata dai bombardamenti, situazione tragica che convinse Picasso a esporre il suo capolavoro in quel contesto così affine all'anima del dipinto. Catalogo Interlinea, italiano inglese, con testi di Michele Tavola, Gioxe De Micheli, Victoria Combalía, Jean-Louis Andral, bibliografia ragionata su Guernica a cura di Erica Rompani.
140 opere di grandi interpreti dell’arte del ‘900 e dell’oggi – da Paul Klee, Max Ernst, Alberto Giacometti, Jean Dubuffet a Hans Hartung e Anselm Kiefer, da Antonio Ligabue, Pietro Ghizzardi, Cesare Zavattini a Maria Lai, Alighiero Boetti, Emilio Isgrò, Carla Accardi – per indagare, come prima mai fatto, “l’Arte Inquieta”. A Palazzo Magnani, dal 18 novembre 2022 al 12 marzo 2023, una sequenza mai vista di capolavori di grandi interpreti, anche dell’art brut internazionale e italiana. Accanto ad essi, per la prima volta, le creazioni inedite che provengono dagli Archivi del San Lazzaro, quello che fu il “Manicomio” di Reggio Emilia.Al centro di questa mostra, le opere rivelano l’urgenza creativa e la vitalità dei linguaggi dell’arte, necessari all’esplorazione degli infiniti volti ed espressioni dell’identità umana.Un’esposizione – questa curata da Giorgio Bedoni, Johann Feilacher e Claudio Spadoni - dove ad emergere è l’impulso creativo degli artisti, di cui sono frutto opere uniche che sorprendono, stupiscono e coinvolgono il visitatore. In ciascuna delle stanze tematiche di questa grande mostra, autori e opere si confrontano per affinità di generi e di linguaggi in un percorso espositivo che indaga la bruciante vitalità dell’artista, la sua inquieta ricerca sull’identità, sospesa tra sguardi sulla storia e l’esplorazione di paesaggi interiori. “L’arte deve comunicare, lanciare dei messaggi, servendosi di espressioni forti, barbare, violente, vandaliche. L’arte non è un’immagine piatta, levigata e lucida, che gli acidi emozionali non possano attaccare. Al contrario l’arte graffia e disturba, è stridore, imperfezione e invenzione. Per questo bisogna opporsi al razionalismo che vuole invadere dei territori che non gli appartengono, i territori dell’immaginario”.L’affermazione di Asger Jorn, riverbera quella di Paul Klee che così si esprime: “Più di uno non riconoscerà la verità del mio specchio. Deve comunque rendersi conto che io non sono qui per riflettere la superficie (questo può farlo la lastra fotografica) ma che devo penetrare all’interno. Io rifletto fino all’interno del cuore. Io scrivo parole sulla fronte e attorno agli angoli della bocca. I miei volti umani sono più reali di quelli veri”.L’arte è un sismografo sensibile ai confini incerti, ci interroga sulla natura dell’uomo, su sogni e desideri collettivi, è un viaggio che evidenzia quanto la vicenda umana possa essere stupefacente e imprevedibile, al di là di qualsiasi forma e confine tracciato. Come questa mostra autorevolmente conferma. L’esposizione è il momento culminante di Identità Inquieta, il cartellone di eventi, mostre e performance promosso da diverse istituzioni culturali del territorio per raccogliere domande e mostrare visioni sulle infinite sfumature dell'identità.
111 fotografie, in bianco e nero e colore, quasi tutte inedite, realizzate a Catania negli anni novanta, raccontano Ettore Sottsass fotografo, uno degli aspetti ancora meno conosciuti e indagati del grande architetto e designer italiano.Al Museo Civico “Castello Ursino” di Catania sarà presentata dal 21 novembre 2022 al 21 maggio 2023, la mostra di Ettore Sottsass CATANIA MIA!, a cura diBarbara Radice con Iskra Grisogono e la direzione artistica di Christoph Radl.L’esposizione, che sarà inaugurata domenica 20 novembre alle ore 11.00, è promossa e prodotta dalla Fondazione OELLE Mediterraneo Antico in collaborazione con lo Studio Ettore Sottsass e in partnership con l’Assessorato del turismo dello sport e dello spettacolo del Comune di Catania.Il percorso espositivo, pensato e realizzato per l'open space del Castello Ursino di Catania, comprende 111 fotografie, in bianco e nero e colore, quasi tutte inedite, scattate da Ettore Sottsass (Innsbruck, 1917-Milano, 2007) negli anni novanta a Catania, una città per la quale ha sempre nutrito interesse e affetto.Le fotografie in mostra raccontano una Catania vitale: il Barocco, il mercato del pesce, le strade, le scene di vita quotidiana come fotogrammi di una storia della città.Ettore Sottsass potrebbe essere definito un “fotoreporter della vita”. Ha cominciato a fare foto quando era ragazzo e da allora non ha più smesso. "Ero orribilmente curioso", ha dichiarato lui stesso. Fotografare era un modo di “fermare” la vita oltre che un mezzo per documentarla.Si ringraziano per la collaborazione lo Studio Sottsass di Milano, il Fondo Sottsass del Centre George Pompidou di Parigi e la Bibliothèque Kandinsky per le alte definizioni dei negativi che custodiscono.
L’associazione Art evolution presenta “Orizzonti perduti” Omaggio a Franco Battiato a cura del Guarnieri ensemble. L’evento si terrà il prossimo 13 agosto alle ore 20.30 nella splendida cornice del Loggiato del Sinatra di fronte alla Basilica di Santa Maria Maggiore…
Richard Buckminster Fuller è stato un inventore e designer statunitense tra i più famosi e influenti di tutto il Novecento. Le sue opere s’iscrivono all’interno della corrente filosofica da lui stesso concepita, la Dymaxion philosophy – dall’unione delle tre parole più rappresentative del suo pensiero dynamic, maximum e tension.…
Dopo lo straordinario successo di pubblico e critica delle precedenti edizioni, il Coro Lirico Siciliano, diretto da Francesco Costa e presieduto da Alberto Munafò Siragusa, lancia la quarta edizione del “Festival Lirico dei Teatri di Pietra”, manifestazione itinerante che attraverso…
In occasione dell'inaugurazione di una mostra su "Eccentrici, apocalittici e pop" Trento fa scuola di pace: un murales con Putin e Zelensky che si baciano
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Nel XV secolo Roma non era che un’ombra di ciò che era stata nell’antichità. Donato di Angelo di Pascuccio, meglio noto come il Bramante, portò nell’antica capitale dell’impero le innovazioni architettoniche del nord Italia e inaugurò un’epoca di rinascita per…
L’étoile ha conquistato il pubblico italiano (ancora una volta) consacrando il suo Danza con me, andato in onda su Rai 1 in prima serata, programma più visto del 1 gennaio 2022. Ecco cosa vi siete persi.