Bigliettini – Fenomenologia della lista della spesa

Attraverso l’account Instagram @insta_della_spesa, Giulio Castoro ha raccolto una gallery di momenti di quotidiana elenchitudine. Adesso quei post sono diventati un libro edito da Il Saggiatore.

La lista della spesa è più di un elenco. È l’unico momento in cui ci sediamo e ci chiediamo di cosa abbiamo bisogno. Spulciando tra centinaia di bigliettini abbandonanti nei carrelli, vicino le casse, tra gli scatoloni del supermercato, Giulio Castoro ha scoperto che ogni lista della spesa è una storia di vita. Tra “iaourt”, caffè, latte e marmellata ci sono messaggi d’amore, traumi di cui ancora non si leggono le conseguenze, pezzi di tradizioni enogastronomiche. Così, dal 2018, Giulio ha iniziato a collezionare questi pezzi di carta. Ne è nato anche un profilo Instagram che conta quasi 73 mila follower. Ora, superato il periodo più prolifico per la collezione – il lockdown – i post si sono trasformati in un libro, “Prosecco, pannolini e pappa per il gatto. Piccole grandi storie della nostra vita in 150 liste della spesa” (Il Saggiatore).

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Un collezionista di esigenze
Giulio Castoro custodisce circa 2 mila liste della spesa in quattro grandi scatole da scarpe. Ancora oggi si stupisce di come le persone abbandonino questi pezzi di vita privata con estrema leggerezza, quando vanno a fare la spesa. Grazie ai social, è riuscito a dare a questi scarti letterari una dignità che forse non hanno mai avuto e sempre più persone hanno iniziato a inviargli mail con immagini di liste da collezione. Sta di fatto che ormai i suoi post sono attesi quasi quanto l’uscita del proprio scrittore preferito. Ci si diverte a indovinare la parola corretta dietro fantasiose trascrizioni fonetiche tra il dialettale e l’idioletto familiare. C’è chi rimane affascinato dai messaggi che inframmezzano l’elenco. «Sono sempre stato attratto dalle scritte: quelle sui muri, gli avvisi dei condomini – spiega Giulio. Mi ha sempre affascinato la calligrafia altrui, specie quella incerta che ho trovato nei foglietti accartocciati degli anziani. Del resto, scriviamo sempre meno e, secondo me, è un gesto che dovremmo preservare». A colpirlo per primi sono gli errori, «che ti fanno capire tanto di una persona». Ma poi subisce il fascino di cosa c’è all’origine di quel typo, di come quella parola suona nella testa delle persone che la scrivono. «La discrepanza tra fonetica e calligrafia, all’origine degli errori, è un percorso misterioso, ed è lì che si sviluppa la prima fascinazione. In una delle ultime ho trovato scritto Sampan’, una trascrizione affascinante di champagne».
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Liste da un matrimonio
L’aspetto che ancora oggi conquista Giulio sono i dialoghi tra partner, che ogni tanto si trovano sulle liste. «È come leggere un diario segreto. C’è chi si manda a quel paese, chi fa scenate di gelosia. Su un fogliettino ho letto: “Non soffermarti a guardare troppo la cassiera”. Ci sono intere saghe familiari in una lista della spesa che, nella maggior parte dei casi, è scritta dalla donna che manda l’uomo a caccia di provviste e si premura di far sì che lui non si dimentichi quello di cui lei ha bisogno». Fallendo per lo più, almeno secondo l’esperienza delle dirette interessate.
Durante il primo lockdown, la pagina social ha avuto una forte accelerazione perché uscire per andare a comprare da mangiare era l’unica attività che ci era concessa. Ovviamente il lievito era ovunque. «Ho notato che le liste si erano allungate a dismisura. Ho trovato più di un foglio protocollo. Del resto, con 4-5 persone in casa, è normale aggiungere voci agli elenchi, anche per dare varietà all’alimentazione. C’è chi ha disegnato delle vere e proprie mappe del tesoro, creando dei percorsi pensati per agevolare il partner, magari poco esperto, nel trovare i prodotti giusti tra gli scaffali».
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Un libro, 150 vite
La casa editrice Il Saggiatore aveva contattato Giulio quando il profilo era agli inizi. Insieme hanno deciso di portare l’estetica della lista al centro del libro, aggiungendo solo qualche didascalia di commento. A raggruppare gli elenchi ci sono sette categorie: bambini, coinquilini, single, coppiette, famiglia, anziani e artisti. «All’inizio volevo dividerli per genere, ma ho visto che c’erano molte meno differenze rispetto a quello che pensavo». Viene fuori che i bambini mettono in lista cose che non possono avere, ripetendo più volte ciò che gli viene sempre rifiutato. Quello dedicato ai coinquilini è il capitolo del disagio economico: «Gli accostamenti di prodotto sono esilaranti, simbolo di un’alimentazione sregolata, che solo un intestino giovane che può sopportare». I single riportano tutti i simboli gastronomici della carenza d’affetto. Attraverso questo genere letterario le coppiette condividono atti molto intimi e privatissimi. «Se prima pensavo che uno dei luoghi più intimi per due persone fosse la camera da letto, ora ho capito che in realtà è la dispensa perché lì c’è tutto quello di cui abbiamo davvero bisogno».
Anche le famiglie con figli hanno il loro capitolo, un atto corale di esigenze e diplomazia, mentre gli artisti si divertono a decorare gli altrimenti troppo noiosi elenchi. Ma le vere star del libro sono gli anziani. Come ci insegnano i q&a lanciati da molti influencer su Instagram, sono loro i protagonisti dello storytelling sociale del nostro tempo. «Sono veri maestri della lista della spesa, forse i veri autori della mia pagina». Dentro i loro fogliettini ci sono errori, prodotti in via d’estinzione come il “vermut” o l’Alchermes. «È il capitolo principale: ho fatto una grande fatica a selezionare le liste per quelle pagine». La lista preferita di Giulio in assoluto? È proprio in quel capitolo, in cui c’è anche la lista di suo nonno. «Si tratta di una delle prime liste che mi hanno mandato: a un certo punto dell’elenco questa signora – e non può che averla scritta una signora – dice: “Per piacere, comprami carbone vegetale per non scorreggiare la notte”. Questo, per me, è l’amore».
Anche se è impegnativo, quella delle liste della spesa è solo una passione. Giulio Castoro ha un lavoro vero. È un autore televisivo, creatore e adattatore di format, esperto in programmi di faccende amorose come Matrimonio a prima vista. «Col tempo ho scoperto che mi piace mettere insieme le persone». Per questo, è rimasto affascinato dal “sistema Esselunga”, che durante il lockdown era diventato un involontario teatro di incontri per molti single. «Fare la spesa è il nuovo Tinder. Per questo ho in mente di fare qualcosa di speciale durante le presentazioni del libro. Chiederò ai single di portare le proprie liste della spesa per provare a “matchare” le persone». Se c’è chi ha bisogno di guanciale e salsa di pomodoro e chi di bucatini, potrebbe nascere una fantastica coppia “amatriciana”. Se siete alla ricerca dell’anima gemella, non resta che tenere d’occhio il calendario di eventi e scoprire se il “Tinder della lista della spesa” funziona davvero.
Fonte: Linkiesta.it

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