Auto storiche: nel nuovo CdS una norma per frenare gli abusi
Dalle auto storiche un danno erariale di almeno 30 milioni di euro l’anno per ‘abuso di storicità‘? Se lo chiede la Camera arbitrale internazionale e se lo chiede anche la politica, visto l’emendamento al disegno di legge di riforma del Codice della Strada, presentato dal deputato PD Barbagallo, che punta a portare sotto il tetto del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti le procedure, i requisiti e la titolarità per il riconoscimento della caratteristica di auto storica, oggi affidati a enti certificatori privati.
AUTO STORICHE: I VANTAGGI DEL CERTIFICATO DI STORICITÀ
Attualmente, infatti, per l’art. 60 comma 4 del CdS “rientrano nella categoria dei motoveicoli e autoveicoli di interesse storico e collezionistico tutti quelli di cui risulti l’iscrizione in uno dei seguenti registri: ASI, Storico Lancia, Italiano FIAT, Italiano Alfa Romeo, Storico FMI“. Il successivo comma 5 ricorda inoltre che i veicoli di interesse storico o collezionistico possono circolare sulle strade purché posseggano i requisiti previsti per questo tipo di veicoli, determinati dal regolamento di attuazione del CdS.
In pratica, come spiega il Sole 24 Ore, per ottenere il certificato
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