Ad Amsterdam con Steve Lacy, il “blerd” più figo del 2022
«Non puoi sorprendere un Gemelli». Io di astrologia non capisco nulla, ma se a dirlo è Steve Lacy tendo a crederci. La flebile voce del giovanissimo artista americano (recentemente candidato ai Grammy) mi arriva dalle casse dell’iPhone del suo manager. Siamo nella stessa città, Amsterdam; nello stesso lussuoso hotel di fronte all’Hard Rock Café; ma non nella stessa stanza. Steve non si sente tanto bene e ha preferito annullare tutte le interviste, salvo un paio diventate telefoniche. Gli unici che riescono a parlarci siamo io e una collega olandese di un giornale locale – «un po’ il Guardian di Amsterdam», mi dice con studiata disinvoltura.
Quella sera con lei, al concerto di Steve nel super imballato Melkweg, scherziamo un po’ prima che salga sul palco. Forse Steve Lacy non esiste: è un fantasma, un’allucinazione collettiva. Poi il ventiquattrenne appare all’improvviso e, nonostante sia acciaccato, si prende la sala per più di un’ora di concerto, per altro suonato preciso come un orologio svizzero. Quindi sì, forse non potrai sorprendere un Gemelli, ma lui sarà pronto a sorprendere te, quanto meno se si
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