Viterbo:Santa Rosa – Dies Natalis, la sfida sarà vederla sfilare!

L’ideatore Raffaele Ascenzi racconta la nuova macchina, Sei mesi per realizzarla… Dies Natalis è la nuova Macchina di Santa Rosa ideata da Raffaele Ascenzi, che ha impiegato sei mesi per realizzarla.

Viterbo:Santa Rosa – Dies Natalis, la sfida sarà vederla sfilare!

Questa macchina rappresenta una rottura rispetto alle ultime otto, in quanto si torna alla tradizione dei campanili che camminano. Al contrario delle precedenti, in cui la statua di Santa Rosa era posizionata in cima all’architettura, questa volta sarà all’interno. Ascenzi spiega che la tradizione vedeva la santa in quella posizione, ma ci sono 80 modelli che propongono qualcosa di diverso. Dies Natalis è di dimensioni notevoli, ma ha lo stesso peso delle precedenti macchine. La sfida principale sarà riuscire a farla passare tra le vie più strette, perché le misure ci sono ma sarà necessaria molta attenzione.

Dies Natalis sarà una sorpresa “rivoluzionaria” e Ascenzi è molto emozionato per presentarla al pubblico. Ha anche riflettuto sugli altri modelli in gara e si è detto curioso di scoprire come la sua creazione si distinguerà dagli altri. Inoltre, Ascenzi saluta Gloria, una delle precedenti macchine di cui era responsabile, ma è fiducioso che questo non sia un addio definitivo.

Ascenzi rivela che ha iniziato a pensare a questa rottura della tradizione già l’anno scorso, quando ha ricevuto domande dai giornalisti sul suo prossimo progetto. Aveva due opzioni: continuare sul percorso degli ultimi settant’anni o prendere una direzione completamente diversa. Alla fine, ha scelto di fare una sterzata e di rivalutare la storia con i mezzi attuali. Secondo lui, questa sfida rappresenta un momento di maturità e crescita personale, e chiude per almeno cinque anni la linea di progettazione che era stata iniziata da Zucchi e portata avanti da altre sette macchine, tra cui due realizzate personalmente da Ascenzi.

La nuova macchina di Santa Rosa è stata costruita prendendo ispirazione dalle macchine del passato, ma presenta alcune differenze in termini di dimensioni. Mentre le macchine precedenti erano alte 15 metri, quella attuale raggiunge i 30 metri, compresi i due facchini. Questa è stata una delle prime difficoltà incontrate durante la trasformazione del campanile, poiché il volume insolito richiedeva un approccio diverso rispetto a quello a cui eravamo abituati. In passato, alcune macchine, chiamate in modo ironico “stile Papini”, erano simili a dei campanili di pianta quadrata, con la santa al loro interno.

Una delle differenze più evidenti nella nuova macchina è la posizione della statua di Santa Rosa. Questa è tradizionalmente posizionata in cima alla torre, ma nella nuova macchina ha una collocazione diversa. Secondo il progettista, ci sono 80 modelli diversi che mostrano come la posizione della santa sia variata nel corso della storia. La tradizione di posizionarla in cima alla torre è relativamente recente, mentre in passato la statua si trovava in diverse posizioni lungo il percorso.

La macchina, chiamata Dies Natalis, prende il nome dal giorno in cui Santa Rosa morì, ma per la città di Viterbo è anche il giorno in cui la santa nasce in Cristo, dando inizio a una nuova vita spirituale. La macchina è stata costruita per raccontare questa storia, collegandosi al passato e permettendo ai cittadini di vedere con i loro occhi ciò che veniva trasportato per le strade di Viterbo fino a metà del Novecento.

La nuova macchina di Santa Rosa è molto più grande delle precedenti, grazie alle tecnologie attuali che hanno permesso di costruire una macchina perfetta e rispondente ai canoni contemporanei. Sarà ricca di dettagli che potranno essere ulteriormente migliorati nel tempo.

Il sindaco ha pensato a un’idea rivoluzionaria per coinvolgere i cittadini in qualcosa che finora era riservato solo a pochi. Non può rivelare ancora di cosa si tratta, ma intende continuare con le preghiere all’interno.

Le luci delle statue e del tunnel centrale saranno sostituite con materiali argentati per conferire loro un aspetto antico. Inoltre, ai fogli di alluminio che accompagnano la salita al cielo di Rosa sarà aggiunta una retroilluminazione, creando un effetto particolare.

Riguardo al trasporto, il peso della macchina sarà sempre lo stesso, ma l’aspetto visivo sarà impressionante, rendendo il trasporto più emozionante. Ci saranno delle sfide nel passare per le vie del centro, ma sono stati effettuati rilievi tecnici per verificare che la macchina possa superare i punti più stretti. Il capofacchino dovrà fare attenzione nei punti più difficili, rallentando dove le gronde sono vicine alla macchina.

Ho avuto l’opportunità di dare un’occhiata agli altri progetti che hanno partecipato al concorso d’idee e vorrei condividere le mie impressioni. Innanzitutto, ho notato la macchina dell’amico Telari, composta da un design bello ed equilibrato. Successivamente, ho osservato con grande affetto quella di Alfiero Antonini, l’architetto che aveva progettato insieme a Ioppolo Armonia Celeste la mia prima macchina. Nonostante i suoi quasi 90 anni, o forse li ha già raggiunti, si è cimentato in un nuovo progetto e ho potuto ammirare il suo lavoro con un sentimento di amicizia e affetto. Anche Angelo Russo e la sua macchina molto delicata hanno attirato la mia attenzione.

Vagamente ricorda il suo primo lavoro che abbiamo trasportato con grande enfasi. Anche il secondo classificato, Di Prospero, ha rivisitato il suo modello. Arrivare secondo è comunque un riconoscimento. Purtroppo, non ha avuto molta fortuna, non riuscendo a vincere per tre volte, ma si è avvicinato molto. Forse al prossimo concorso potrebbe essere il suo momento, considerando che è molto giovane. Ho trovato interessante anche il progetto degli amici e colleghi Giacomini e Fochetti. Si tratta di un’espressione contemporanea della struttura, un’idea che può essere sviluppata ulteriormente in futuro.

Recentemente ho partecipato all’ultimo saluto a Gloria. È stato un momento molto intenso per me, dato che ero molto legato a lei. Il ricordo che ho di Gloria è davvero forte. Lei ha toccato tutti gli aspetti più intimi dei miei pensieri e sapevo che questo giorno sarebbe arrivato. Mi ero preparato per questo momento, anche se si è protratto per altri 4 anni, di cui due trascorsi durante la pandemia. Ho avuto più tempo per elaborare i miei sentimenti. Sono stato molto emozionato quando ho visto la sua statua scendere. Tuttavia, sono sicuro che non sarà l’ultima volta che la vedremo. Sono convinto che sarà esposta in altre occasioni, perché merita di non finire la sua vita nascosta in un magazzino, ma di essere ammirata in un luogo in cui possa essere osservata a lungo.

Dies Natalis è la nuova Macchina di Santa Rosa
Dies Natalis è la nuova Macchina di Santa Rosa

Il testo parla di una macchina molto amata dai cittadini di Viterbo, chiamata Gloria. Il costruttore della macchina sta lavorando alla sua ultimazione, completando il bozzetto. La realizzazione di Gloria richiede almeno sei mesi di tempo, ma grazie a un concorso estivo si è ottenuto un prolungamento di quattro mesi per la costruzione. Attualmente, il costruttore sta completando il modellino in scala 1 a 20, che sarà la prima fase del progetto. Successivamente, verrà affidata la progettazione esecutiva, che durerà 45 giorni. Terminata questa fase, il comune bandirà una gara a livello europeo per la costruzione della macchina.

Il vicepresidente del Sodalizio Aspromonte ha definito il costruttore “architetto santarosaro” in un gesto affettuoso. Il costruttore accoglie questo soprannome con simpatia, poiché è stato coniato da persone che gli vogliono bene.

In sintesi, il costruttore sta lavorando alla finalizzazione del bozzetto di Gloria, una macchina molto amata a Viterbo. La costruzione richiederà almeno sei mesi di tempo e grazie al prolungamento concesso dal concorso estivo, il costruttore ha più tempo a disposizione. Il processo prevede la realizzazione di un modellino in scala e successivamente la progettazione esecutiva. Una volta completato questo passaggio, verrà indetta una gara per la costruzione della macchina. Il vicepresidente del Sodalizio Aspromonte ha affettuosamente definito il costruttore “architetto santarosaro”, un soprannome che viene accolto con simpatia dal protagonista.

 

lacittanews /Baco Scii Fumo /Zulla

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