
“Violano i diritti delle donne e inquinano il Pianeta”, più di 100 calciatrici scrivono alla FIFA contro l’Arabia Saudita e gli sponsor fossili
Non si piega, il mondo femminile, al Dio denaro. Non lo fa nella vita di tutti i giorni, non lo fa nello sport, nemmeno quello super agonistico, in cui si sgomita per arrivare a giocare un torneo che vale milioni di dollari. Negli ultimi tempi c’è l’usanza, soprattutto per il calcio giocato (ma gli esempi...
Più di 100 calciatrici in tutto il mondo, c’è anche l’italiana Linari, appartenenti alle federazioni di 25 Paesi, hanno creato una sorta di class-action contro il regime autocratico dell’Arabia Saudita
@Athletes of the world
Non si piega, il mondo femminile, al Dio denaro. Non lo fa nella vita di tutti i giorni, non lo fa nello sport, nemmeno quello super agonistico, in cui si sgomita per arrivare a giocare un torneo che vale milioni di dollari.
Negli ultimi tempi c’è l’usanza, soprattutto per il calcio giocato (ma gli esempi sono ormai infiniti), di “svendersi” al miglior offerente. E questo miglior offerente è, contro ogni regola del “bello dello sport”, l’Arabia Saudita, una delle regioni più sfacciatamente ricche ad oggi sulla faccia della Terra.
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Un’usanza che si è trascinata con sé una parola che ormai risuona alle orecchie dei più sensibili: sportwashing, quel fattaccio brutto per cui si è va tutti a giocare lì, tra le dune desertiche, lo sfavillio
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