
Turco meccanico, l’ingegnosa macchina del 18esimo secolo per giocare a scacchi che ha ingannato tutti per oltre 60 anni, anche Napoleone
In un’epoca di intelligenza artificiale, bot e realtà virtuale è la normalità sfidare avversari veri o meno in qualunque parte del mondo. Nel 1700 le cose erano ben diverse: si viaggiava in carrozza o in nave, si leggevano solo giornali cartacei o libri, si scrivevano lettere e il tempo sembrava passare in modo molto più...
Uno strumento ingegnoso, un macchinario automatizzato costruito dal visionario ungherese Wolfgang von Kempelen e che ha fatto credere a giocatori di mezza Europa di poter sfidare un giocatore automatizzato
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In un’epoca di intelligenza artificiale, bot e realtà virtuale è la normalità sfidare avversari veri o meno in qualunque parte del mondo. Nel 1700 le cose erano ben diverse: si viaggiava in carrozza o in nave, si leggevano solo giornali cartacei o libri, si scrivevano lettere e il tempo sembrava passare in modo molto più lento.
Anche nelle corti dei regnanti europei si cercavano modi per divertirsi e far trascorrere piacevolmente le giornate, occasioni che potevano rappresentare la fortuna di artisti e non solo.
Una macchina ingegnosa alla corte d’Austria
Nel 1769 un mago stava intrattenendo l’imperatrice Maria Teresa d’Austria; la performance d’illusione ha ispirato lo scrittore ungherese Wolfgang von Kempelen che l’anno successivo presentò il Turco Meccanico un giocatore-manichino con tanto di turbante e abiti tipici dell’epoca, poggiato su un grande cubo di legno che ospitava ingranaggi nascosti da vari sportelli,
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