Tim non parla (più) cinese. Ma l’agenzia della Nato…
Tim conferma l’impegno a ridurre gradualmente le apparecchiature “made in China” dalla sua infrastruttura di rete. Il piano annuale, approvato dal governo Draghi in una delle ultime riunioni del Consiglio dei ministri, prevede: per la parte core l’utilizzo al 100% di apparecchiature della svedese Ericsson; per l’implementazione di reti private dedicate c’è in campo l’italiana Athonet; per la sezione di accesso (ran), attualmente Ericsson è al 53%, la finlandese Nokia la 27% e Huawei al 20%. Ma Tim ha già avviato un processo di dismissione degli apparati Huawei che vedrà salire, si assicura nel piano annuale, Ericsson al 70% e Nokia al 30%.
È di queste ore l’ufficialità sulla parte core: Ericsson è stata scelta da Tim, guidata dal manager Pietro Labriola, per la rete core 5G in Italia. La tecnologia dual-mode di Ericsson consentirà all’operatore di introdurre la nuova 5G standalone in un’unica soluzione di tipo cloud-native. Si tratta di una tappa importante nella continua espansione dell’infrastruttura 5G di Tim, caratterizzata da maggiori velocità di trasferimento dei dati, latenza ultra bassa e da una diffusione degli apparati sempre più capillare sul territorio.
“Questa
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