Tagliare i fondi a Orbán? A dicembre il primo test Ue per Meloni

“Ovviamente non mi sfuggono la curiosità e l’interesse per la postura che il governo terrà verso le istituzioni europee”, ha ammesso Giorgia Meloni nel suo discorso alla Camera per il voto di fiducia al suo governo. “O ancora meglio, vorrei dire dentro le istituzioni europee”, ha continuato il presidente del Consiglio. “Perché è quello il […]

“Ovviamente non mi sfuggono la curiosità e l’interesse per la postura che il governo terrà verso le istituzioni europee”, ha ammesso Giorgia Meloni nel suo discorso alla Camera per il voto di fiducia al suo governo. “O ancora meglio, vorrei dire dentro le istituzioni europee”, ha continuato il presidente del Consiglio. “Perché è quello il luogo in cui l’Italia farà sentire forte la sua voce, come si conviene a una grande nazione fondatrice”. Come? “Non per frenare o sabotare l’integrazione europea, come ho sentito dire in queste settimane, ma per contribuire a indirizzarla verso una maggiore efficacia nella risposta alle crisi e alle minacce esterne e verso un approccio più vicino ai cittadini e alle imprese”, ha spiegato. E ancora: “Non concepiamo l’Unione Europea come un circolo elitario con soci di serie A e soci di serie B, o peggio come una società per azioni diretta da un consiglio di amministrazione con il solo compito di tenere i conti in ordine. L’Unione europea per noi è la casa comune dei popoli europei e come tale deve essere in grado di fronteggiare le grandi sfide della nostra epoca”.

Potrebbe arrivare dal Consiglio europeo che si terrà il 15 e il 16 dicembre, il primo per Meloni da presidente del Consiglio, la più importante indicazione della politica estera del nuovo governo italiano guidato dalla leader di Fratelli d’Italia. In quell’occasione i leader degli Stati membri dell’Unione europea potrebbero essere chiamati a prendere una decisione sul taglio proposto un mese fa dalla Commissione europea dei fondi europei all’Ungheria per un totale di 7,5 miliardi di euro.

Si tratta del 65% dei fondi destinati a Budapest fino al 2027 nell’ambito della politica di coesione comunitaria. A cui aggiungere gli altri 7


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