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Australia: uomo conserva una pietra sperando che sia oro, ma si rivela molto più preziosa

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Nel 2015, David Hole scoprì una strana roccia nel Maryborough Regional Park, vicino a Melbourne, convinto fosse una pepita d'oro. Dopo aver tentato invano di aprirla, la portò al Museo di Melbourne, dove fu identificata come un raro meteorite risalente a 4,6 miliardi di anni fa. Questo meteorite, pesante 17 chilogrammi, appartiene alla categoria delle condriti ordinarie H5 e offre preziosi indizi sulla formazione del Sistema Solare. La sua scoperta, una delle 17 in Victoria, è considerata molto più rara e scientificamente significativa dell'oro.

Un gigantesco getto di antimateria rilevato dalla Nebulosa della Chitarra

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La Nebulosa della Chitarra, situata a 6.500 anni luce dalla Terra, è una nube cosmica spettacolare generata dai getti energetici della pulsar B2224+65a, una stella di neutroni in rapida rotazione. I suoi "getti di fuoco" sono in realtà particelle di antimateria, come positroni, create da radiazioni estremamente energetiche.

Le immagini della nebulosa, catturate dal telescopio spaziale Chandra (raggi X) e dall’Osservatorio Palomar (luce visibile), rivelano una struttura in continua evoluzione documentata in 20 anni di osservazioni. Questo fenomeno offre un’opportunità unica per studiare antimateria, energia e le dinamiche delle pulsar, trasformando la nebulosa in un affascinante laboratorio naturale dell’universo.

Gli astronomi fotografano il momento in cui la miniluna 2024 PT5 si allontana dalla Terra

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In un affascinante balletto cosmico, l’asteroide 2024 PT5 ha brevemente abbracciato la Terra, diventando una mini-luna temporanea del nostro pianeta prima di proseguire il suo viaggio verso la vicina cintura di asteroidi. Questo fenomeno straordinario, immortalato dal telescopio gemello di due metri (TTT) in Spagna, ha catturato l’attenzione degli scienziati e degli appassionati di astronomia. […]

Il telescopio James Webb realizza un’immagine clamorosa della galassia Sombrero

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Lunedì 25 novembre, l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha svelato una straordinaria immagine della galassia Sombrero, nota anche come Messier 104 (M104). Catturata dal telescopio spaziale James Webb, la foto mette in luce dettagli mai visti prima: un nucleo debolmente luminoso circondato da un disco interno di polvere e un anello esterno ricco di particolari rivelati […]

Stazione Spaziale: la navetta russa Progress attracca ma subito emana un forte odore inatteso

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Durante il weekend, gli astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) hanno segnalato un odore inaspettato e la comparsa di goccioline non identificate provenienti dalla navetta russa Progress, agganciata al modulo Poisk. Dopo aver isolato il modulo e attivato il sistema di filtraggio dell'aria, le analisi preliminari hanno escluso pericoli immediati per l'equipaggio. Questo incidente si aggiunge a una serie di problemi recenti con i veicoli spaziali russi, tra cui la perdita di refrigerante della Soyuz MS-22 e problemi con il cargo Progress MS-21 e il modulo Nauka.

Lo spazio ha uno strano effetto sui pensieri degli astronauti

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Gli astronauti che trascorrono sei mesi sulla Stazione Spaziale Internazionale mostrano un rallentamento nella velocità di elaborazione e attenzione, ma senza compromettere la precisione o subire danni cerebrali significativi. Uno studio della NASA, il più grande mai condotto in ambito cognitivo sugli astronauti, dimostra che i cambiamenti sono temporanei e legati a fattori di stress, simili a quelli terrestri. I risultati offrono dati preziosi per pianificare missioni più lunghe, come quelle verso Marte, aiutando a prevedere e gestire eventuali impatti cognitivi in condizioni di radiazioni più intense e comunicazioni ritardate.

Una stella è scomparsa ed è stata misteriosamente sostituita da un buco nero

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Al termine della loro vita, le stelle massicce solitamente esplodono come supernovae, lasciando dietro di sé buchi neri o stelle di neutroni. Tuttavia, alcune stelle possono evitare l'esplosione e collassare direttamente in un buco nero. Un esempio recente è la stella **M31-2014-DS1** nella galassia di Andromeda, che è scomparsa senza esplodere. La ricerca suggerisce che il fenomeno, chiamato "supernova fallita", potrebbe essere più comune di quanto si pensasse. In questi casi, l'onda d'urto dei neutrini non riesce a riattivarsi, e la stella collassa completamente, formando un buco nero silenzioso e invisibile.

Sappiamo finalmente cosa ha acceso le luci all’alba dei tempi

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Le galassie nane hanno giocato un ruolo cruciale nell'illuminare l'Universo primordiale, come rivelato dai dati dei telescopi spaziali Hubble e James Webb. Queste piccole galassie emettevano fotoni ionizzanti che hanno contribuito a trasformare l'idrogeno neutro in plasma, un processo fondamentale per la reionizzazione cosmica. Grazie all'osservazione dell'ammasso di galassie Abell 2744, i ricercatori hanno scoperto che le galassie nane erano più numerose e più luminose di quanto previsto, producendo una quantità di radiazioni sufficienti per completare la reionizzazione dell'Universo. Questo studio offre nuove intuizioni sull'evoluzione dell'Universo e sulle origini della luce cosmica.