Sara Poma racconta il coraggio di Maria Silvia Spolato
«Prima di allora mi sentivo una persona, dopo un’altra». Sara Poma scrive queste parole proprio all’inizio del suo libro di esordio, Il coraggio verrà (Harper Collins, pagg. 288, € 18,50; nelle librerie dal 13 gennaio). In narratologia, che è lo studio delle forme narrative, lo chiamano turning point, punto di svolta: è quando al o alla protagonista capita qualcosa per cui la sua vita non sarà mai più come prima. L’evento a cui Poma fa riferimento, però, non c’entra con l’argomento a cui dedica il suo libro, cioè il racconto di come sia riuscita a ricostruire (almeno in parte, e dove non c’è riuscita ci ha messo l’immaginazione) la storia di Maria Silvia Spolato, la prima donna che, durante una manifestazione femminista a Campo dei Fiori a Roma nel 1972 – dove anche Jane Fonda, bellissima, venne immortalata con il pugno alzato -, dichiarò pubblicamente la propria omosessualità. In un’epoca in cui l’idea del Pride non esisteva nemmeno nei locali più all’avanguardia di Christopher Street.
Sara Poma, pavese, ha 47 anni e si definisce una donna di mezza età, anche se
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