Roland Garros – Nadal non muore mai, si inchina Djokovic. Sarà semifinale con Zverev

Roland Garros - Nadal non muore mai, si inchina Djokovic. Sarà semifinale con Zverevtennisworlditalia.com

Nadal-Djokovic non sarà mai una partita come tutte le altre. Il capitolo numero cinquantanove della saga offre come ricompensa uno dei quattro posti disponibili sul tavolo del secondo Slam stagionale. La decima a Parigi, la terza peraltro ai quarti di finale, si gioca prevalentemente sul binario dell’agonismo.

Dal punto di vista genuinamente tecnico El Clásico si rivela uno dei meno affascinanti di sempre: vuoi per le condizioni di gioco, vuoi per le circostanze. Nadal domina il primo e il terzo set, certo, ma soprattutto rimedia a una falsa partenza nel quarto.

Come da prassi rifiuta anche nella maniera più selvaggia il quinto set. Complessivamente, il campionissimo spagnolo gioca meglio e soprattutto gestisce meglio i momenti di difficoltà. Djokovic, che sente poco la palla e che condensa la stragrande maggioranza delle attenzioni nel cuore del secondo set in una situazione di punteggio compromessa, non conserva un break nel momento della verita e fa sostanzialmente da spettatore non pagante nel jeu decisif.

Nonostante una fiammata nel finale. Il 6-2 4-6 6-2 7-6(3) che matura alla soglia delle quattro ore e quindici minuti di gioco è una conseguenza logica. Per la quindicesima volta in carriera Nadal raggiunge quanto meno la semifinale al Roland Garros e per l’ottava volta (su dieci) si sbarazza del serbo sul mattone rosso di Bois de Boulogne.

Contro Alexander Zverev giocherà tra le altre cose la trentasettesima semifinale Slam della sua carriera. Il primo game della partita risponde a molte domande. Anche perché indicativamente dura nove minuti. Nadal detta i ritmi da fondocampo, conscio delle dinamiche della sfida e soprattutto delle complicatissime condizioni di gioco: ovviamente più ‘pesanti’ rispetto alla sessione diurna.

Djokovic cancella le prime due palle break che mette sul piatto del tredici volte campione del torneo con coraggio, ma rimane ‘corto’ con il dritto in uscita dal servizio quando propone la terza. Nadal applica alla perfezione lo schema servizio-dritto e dà immediatamente la prima frustata alla sfida.

Djokovic manca presumibilmente di intensità e la palla corta, concettualmente giusta, sul 30-40 è la prima vera testimonianza della cattiva serata.
Djokovic si adatta ben presto alla palla di Nadal, che ovviamente non vuole subire lo scambio, ma non riesce in alcun modo a trovare continuità.

Nel quarto game si affaccia sul 15-40, ma non sfrutta complessivamente tre chance per il controbreak e dopo mezzora (sì, mezzora) si ritrova sotto 1-3. Djokovic commette poi un errore piuttosto banale sul 30-30 e rimane ancora una volta troppo passivo sulla palla break.

Nadal esplode con il dritto lungolinea sul 30-40 e addirittura bissa la complicatissima operazione break. Djokovic lascia poi andare completamente il turno di risposta successivo e deresponsabilizzato dalla situazione di punteggio non apporta più modifiche al più scontato degli epiloghi.

Nadal ha una marcia in più, almeno per mezzo set. Complice una tattica ultra-aggressiva, e una buonissima percentuale di punti con la prima palla, lo spagnolo trova quasi-sempre il lungolinea con il dritto, mantiene in scioltezza il primo turno di battuta e nega a Djokovic la possibilità di intestardirsi sulla diagonale più forte.

Djokovic, che sale e scende, ricaccia il campionissimo spagnolo in sei occasioni prima di lasciare un varco sul contropiede. La palla del serbo si rivela sempre ‘attaccabile’ per un Nadal incredibilmente ispirato: basti pensare che anche con un break da custodire (sul 2-0) recuperadue quindici di vantaggio, approfitta di un errore piuttosto marchiano di Djokovic sul 40-40 e legge con grande anticipo la palla corta nel quindici immediatamente successivo.

Finita? No, il contrario. Djokovic pone rimedio a uno dei due break di ritardo – complice un Nadal complice – ma soprattutto entra prepotentemente in partita a un passo dal baratro. Nel momento di massima fiducia, nel sesto game, arpiona i primi due quindici sballottando da una parte all’altra il tredici volte campione del torneo e si affaccia sul 15-40 grazie a una risposta nelle stringhe dello spagnolo.

Nadal reagisce da Nadal: cancella le prime due palle break con il sostegno del servizio, sopravvive al più massiccio degli scambi prolungati sul 40-40 e rimette per un secondo la testa avanti. Le esasperate rotazioni con il dritto smettono di dare fastidio a Djokovic: fatto che spinge lo spagnolo ad attuare delle piccole modifiche al piano tattico.

Nadal sale su un cambio-alto piuttosto lento di Djokovic sulla quinta parità e continua a rimanere appiccicato al punteggio. La stanchezza, però, inizia a chiedere il conto. Nadal concede una terza palla break dopo un errore piuttosto banale in uscita dal servizio con il dritto e approfitta del nastro che porta in corridoio un buon rovescio incrociato di Djokovic.

Il serbo, sulla quarta palla break, decide di rispondere a una palla corta piuttosto telefonata di Nadal con un colpo ancor più leggero nei pressi della rete. Nadal, che nella gara al meno peggio apparentemente sopravvive, rimette però definitivamente in carreggiata Djokovic alla sesta occasione utile.

Nadal ha una nuova chance per il 4-3, figlia di un doppio fallo di Djokovic sul 40-40. Il serbo ha però il totale controllo della faccenda sulla diagonale sinistra e un armamentario a disposizione decisamente più ampio.

Anche perché alza la velocità dei colpi e muove a proprio piacimento Nadal. Insomma: Nadal chiede quasi tutto ai primi tre o quattro colpi e proprio entro i primi tre o quattro accumula la stragrande maggioranza dei punti quando tutto sembra non funzionare.

Lo spagnolo gioca una smorzata quasi perfetta e capitalizza, nonostante un recupero mostruoso del serbo, con una volée alta piuttosto semplice. E in un modo o in un altro riesce a tamponare la supremazia di Djokovic e a ricompattare il punteggio sul 4-4.

Nadal continua ad affidarsi a un dritto carico d’effetto che fa il solletico a Djokovic. Con la durata media dei game di battuta che si rivela inversamente proporzionale a quella di risposta. Nonostante un vantaggio di 30-0 sul 4-5, Nadal commette ancora una volta un errore piuttosto banale sul 30-30 (con il rovescio) che regala a Djokovic il primo set point.

Il servizio al corpo funziona in due occasionI: nel momento di massima difficoltà, però, lo spagnolo perde ancora una volta il sostegno della prima palla e si ritrova nei piedi le tre successive risposte. Alla soglia delle due ore e trenta di gioco il computo dei set è di uno pari.

Ridurre considerevolmente il numero degli scambi prolungati: questo il principale obiettivo di Nadal in avvio di terzo set. Lo spagnolo riesce immediatamente a essere incisivo con il dritto e a chiudere, con due smash chirurgici, i primi due quindici.

Nadal ritorna a spingere sulla diagonale sinistra con il rovescio e a riaffacciarsi sullo 0-40. Un errore di pura distrazione col rovescio in uscita dal servizio costa a Djokovic il break. Le dinamiche della sfida cambiano ancora una volta radicalmente: il serbo perde nuovamente gli appoggi, fatica a tenere la palla in campo e si ritrova ancora una volta investito dalla regolarità di Nadal, che capisce il momento e si limita ad aspettare.

Il 6-2 si trasforma ben presto in un manifesto. In una gara al risparmio, Djokovic appare nel corso del quarto set riacquisire qualche sicurezza in più. E a lasciare andare con più tranquillità i colpi da fondocampo.

Nadal contribuisce alla causa, con un turno di battuta sconsiderato, e consente al serbo di scappare sul 4-2. Ancora una volta, Nadal sceglie dei momenti ben precisi per provare a rientrare. Non ci riesce immediatamente, ma quando si trova costretto a rispondere per evitare il quinto si risolleva.

Sotto 2-5, Nadal ritrova la spallata-di-dritto e soprattutto una maggiore tranquillità negli scambi prolungati, con Djokovic che senza più la prima di servizio a supporto si riscopre incredibilmente vulnerabile.

Insomma: non è un mistero neanche il 3-0 iniziale nel jeu decisif e non lo è il 6-1 che matura poco dopo. Djokovic lascia andare il braccio e accorcia fino al 4-6: la quarta opportunità a disposizione si rivela però quella buona per Nadal.

Photo Credit: Getty Images

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