
Ritiro al buio e meditazione nell’oscurità: in cosa consiste questa pratica e perché aiuta a ritrovare se stessi
Avete mai sentito parlare del “ritiro al buio”, anche noto come “Dark Room Retreat” o “Dark Retreat”? Consiste nel trascorrere diverse ore, o persino giorni e settimane, nella più completa oscurità, in modo da favorire uno stato meditativo di profonda introspezione. Vivere una simile esperienza può risultare destabilizzante per chi non è abituato, il buio...
Una pratica antica, che possiamo rintracciare nelle tradizioni spirituali di tutto il mondo, oggi sempre più popolare anche in Occidente. Scopriamo perché l’oscurità fa bene…
Canva
Avete mai sentito parlare del “ritiro al buio”, anche noto come “Dark Room Retreat” o “Dark Retreat”? Consiste nel trascorrere diverse ore, o persino giorni e settimane, nella più completa oscurità, in modo da favorire uno stato meditativo di profonda introspezione.
Vivere una simile esperienza può risultare destabilizzante per chi non è abituato, il buio infatti tende a suscitare inquietudine e a metterci a disagio, ma d’altronde è proprio questo l’obiettivo: “spogliati” di tutto siamo più predisposti a lasciarci andare e a riconnetterci con la nostra essenza.
Questi ritiri stanno diventando sempre più popolari anche in Italia, ma la meditazione nell’oscurità è una pratica antica, che possiamo rintracciare nelle tradizioni spirituali di tutto il mondo. Diffusa tra i monaci del buddismo tibetano, che si ritiravano per lungo tempo nelle grotte, tra i Lama del Tibet, tra i mistici francesi del XV secolo. In Occidente si parla anche di “terapia oscura”, che
LaCittaNews è un motore di ricerca di informazione in formato magazine, aggrega e rende fruibili, tramite le sue tecnologie di ricerca, in maniera automatica, gli articoli più interessanti presenti in Rete. LaCittaNews non si avvale di nessuna redazione editoriale. => DISCLAIMER