Pupy ce l’ha fatta: dopo oltre 30 anni di cattività, l’elefantessa è libera in un santuario!

Per oltre trent’anni, il ruggito incessante della città è stato l’unico sottofondo della sua esistenza. Pupy, un’elefantessa africana vittima del traffico illegale di fauna selvatica, è arrivata a Buenos Aires nel 1993, quando gli zoo erano ancora vetrine di esotismo. Da allora ha vissuto in un piccolo recinto di cemento, ai piedi del Tempio di...

Pupy è stata rinchiusa nello zoo di Buenos Aires per oltre 30 anni e ora è stata trasferita in un santuario in Brasile dove avrà più di 1000 ettari dove scorrazzare in pace

@Global Sanctuary for Elephants

Per oltre trent’anni, il ruggito incessante della città è stato l’unico sottofondo della sua esistenza. Pupy, un’elefantessa africana vittima del traffico illegale di fauna selvatica, è arrivata a Buenos Aires nel 1993, quando gli zoo erano ancora vetrine di esotismo.

Da allora ha vissuto in un piccolo recinto di cemento, ai piedi del Tempio di Vesta, nell’attuale Ecoparco della città. Intorno a lei, una dopo l’altra, sono morte tutte le sue compagne di prigionia. Ma ieri, finalmente, quella gabbia si è aperta.

Il 14 aprile, infatti, tra applausi, lacrime e abbracci, Pupy ha iniziato un viaggio di quasi 4.000 chilometri verso il Global Sanctuary for Elephants, nel Mato Grosso, in Brasile. Sarà la prima abitante dell’area riservata alle elefantesse africane: un habitat naturale di oltre mille ettari, lontano dal cemento, dal rumore, dalla solitudine.

ATENÇÃO!!! NOVIDADE


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